CASERTA – Praticavano riti voodoo per costringere ragazze molto giovani a prostituirsi i tre africani, due nigeriane e un ghanese, fermati dalla Squadra Mobile di Caserta tra il Casertano e la provincia di Napoli. A disporre la misura è stata la Dda di Napoli, che temeva che i tre potessero fuggire. Teatro della vicenda, ancora una volta, Castel Volturno, ‘cittĂ banlieu’ di quasi 20mila stranieri, di cui quasi il 75% irregolari, ma dove, soprattutto, la mafia nigeriana gestisce con pugno di ferro e metodi tribali il racket della prostituzione e i sequestri di giovani donne, perlopiĂą provenienti dalla Nigeria e dai Paesi limitrofi; malcapitate cui viene sequestrato il passaporto. Per riaverlo devono pagare prostituendosi. A condurre gli investigatori al trio di sfruttatori – le due donne Joy Kingsley, di 48 anni e la 38enne Edith Osazuwa, e il 32enne Seare Seth Asare – è stata una delle vittime, una 17enne nigeriana arrivata dal proprio Paese nel settembre 2016, e subito portata in un’abitazione di Castel Volturno dove la attendeva un futuro sulla strada. E’ stata lei, ad agosto del 2017, a liberarsi e fuggire dal comune del litorale casertano approfittando della distrazione dei suoi carcerieri; giunta nel Nord Italia ha poi raccontato la sua storia da libro dell’orrore alla Polizia di Stato; la minore ha parlato anche di altre due straniere costrette a prostituirsi, che però non sono state ancora rintracciate. Le indagini sono poi passate per competenza alla Dda di Napoli che ha delegato la Squadra Mobile casertana. Agli inquirenti la minorenne ha raccontato di essere stata presa in consegna dalla ‘madame’, la 48enne Kingsley, non appena giunta a Castel Volturno, e di essere stata subito avviata alla prostituzione sulla Statale Domiziana; a controllare che andasse con i clienti senza fare storie o provasse a fuggire, c’era l’altra donna arrestata, Edith Osazuwa, anch’essa con un passato da lucciola, ma che, al contrario della 17enne, non ha mai avuto la forza di provare a scappare ed è rimasta nell’organizzazione. La vittima ha riferito di essere stata segregata e che doveva prostituirsi sotto la minaccia costante che venissero toccati i suoi familiari rimasti in Patria; ha poi raccontato di essere stata picchiata, fin quasi a essere soffocata. A tenerla sotto totale soggezione erano poi i riti voodoo che le venivano praticati dalla “madame”. Nonostante il terrore, la ragazza ha però trovato la forza di scappare e di mettersi in salvo. (ANSA)