NAPOLI – E’ finita in Spagna la latitanza di Luca Materazzo, il 37enne accusato di aver ucciso la sera del 10 dicembre 2016 con 40 coltellate suo fratello, l’ingegnere Vittorio Materazzo. Luca era scomparso da Napoli il 10 dicembre 2016, pochi giorni prima che venisse emesso un provvedimento di fermo in seguito all’esito dell’esame del Dna sugli abiti e il casco da motociclista che l’assassino aveva abbandonato a qualche centinaio di metri dal luogo del delitto (l’omicidio avvenne in viale Maria Cristina di Savoia, nel quartiere Chiaia, davanti all’androne del palazzo dove abitava la vittima). Luca Materazzo si era allontanato da Napoli a bordo di un bus raggiungendo Genova e da lì si erano perse le tracce. A Siviglia aveva trovato lavoro in un bar come cameriere. E’ stato catturato durante un controllo di una pattuglia dell’Udyco Grupo III all’interno del locale. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata emessa il 21 dicembre del 2016. Le indagini svolte dalla squadra mobile, coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dai pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis, avevano permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza: gli indumenti, recuperati dalla polizia poco dopo il delitto e sui quali verranno rinvenute le tracce di dna, e le dichiarazioni di un testimone oculare che aveva assistito all’agguato e aveva seguito a distanza per un tratto l’assassino. Indizi, sostengono gli inquirenti, sostenuti da un movente: le difficoltà economiche di Luca che non avrebbe ricevuto gli aiuti richiesti al fratello e per giunta sarebbe stato estromesso dall’eredità dei beni del padre. Il rancore nei confronti del fratello sarebbe stato accentuato anche dal fatto che Vittorio si diceva convito che Luca avesse ucciso di botte il padre (una accusa che è stata archiviata dopo che l’autopsia sulla salma del genitore disposta dalla procura aveva escluso la morte violenta). Per la ricerca di Materazzo si erano attivati investigatori della squadra mobile, della Guardia di Finanza di Napoli e dei carabinieri del Ros. Il 7 febbraio prossimo davanti al gup del Tribunale di Napoli Alfonso Sabella si svolgerà l’udienza preliminare in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm. I suoi legali, gli avvocati Gaetano e Maria Luigia Inserra, dovranno decidere dopo essersi consultati con l’imputato, se chiedere il giudizio abbreviato che, in caso di condanna, potrebbe evitargli la condanna all’ergastolo. Una pena che l’imputato rischia per le aggravanti che gli vengono contestate: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal fatto che la vittima sia un consanguineo. Entro cinque giorni verrà inviato alle autorità spagnole il mandato di arresto europeo dopodiché la Spagna entro dieci giorni provvederà all’estradizione in Italia. Solo allora comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Lui, come sostennero i suoi difensori nel corso di una conferenza stampa, si è sempre detto innocente.