sabato, Dicembre 21, 2024
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Sugli schermi c’è il remake di “It” e tornano i “clown horror”

Mentre da qualche giorno è tornato nelle sale cinematografiche il film “It”, l’horror tanto atteso con protagonista il clown più terribile di tutti i tempi, di cui si dibatte ormai da settimane, pare che stia tornando di moda un fenomeno già conosciuto e purtroppo amplificato all’ennesima potenza dai social media: andare in giro terrorizzando i passanti vestiti da pagliaccio. I primi nuovi casi segnalati sono  accaduti nella vicina Svizzera, in particolare a Balgach, nel canton San Gallo. Solo qualche tempo fa, un clown si divertiva a spaventare i bambini di Elgg (ZH). L’uomo aveva addirittura fatto un’imboscata a una scuola-calcio, armato di bastone. A Rapperswil-Jona tre ragazzi tra i 6 e gli 11 anni erano stati fermati mentre, indossando maschere da clown, lanciavano sangue finto in direzione dei passanti. E proprio con l’avvicinarsi di Halloween, la festa pagana di origine anglosassone in occasione di Ognissanti sempre più seguita anche negli altri paesi, la polizia cantonale di San Gallo ha fatto sapere di temere che questo tipo di incidenti possa aumentare. «Finora non abbiamo ricevuto segnalazioni – ha spiegato il portavoce Gian Andrea Rezzoli -, ma è possibile che visto il periodo i travestiti che vogliono spaventare la gente ricompaiano. Bisogna anche considerare che “It” nei cinema potrebbe alimentare il fenomeno». E conclude: «La popolazione non esiti a chiamare il 117». Ancora una volta la rete dimostra la faccia della medaglia negativa dello spirito emulativo generato da fenomeni e mode che altrimenti rimarrebbero relegati a rari episodi, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. A questo punto, si rende necessario un maggiore controllo da parte dei gestori dei social network, Facebook su tutti, ma anche delle piattaforme di video tra i quali Youtube, affinché utilizzino ogni strumento utile per censurare ogni immagine di violenza gratuita, specie tra i più giovani, per evitare l’ulteriore ripetizione di casi analoghi anche in Italia come nel resto d’Europa.

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