CIMITILE- “Il pd si è ritrovato dal successo alla figura di niente”. Politica ancora in fibrillazione a Cimitile, stavolta a subire lo scossone è il partito democratico della città delle Basiliche. Dopo l’addio anticipato dell’ex sindaco Francesco Di Palma e lo scioglimento del Consiglio comunale, infatti, saluta l’agone politico locale anche il segretario del Pd cittadino Ermenegildo Furino. I Democratici cimilitesi nel 2015 erano stati componente fondamentale nella costruzione di “Prima Cimitile”, la civica “colorata” di rosso che ha sostenuto la battaglia elettorale di Di Palma. Fallita l’esperienza dell’ex primo cittadino, Furino ha ritenuto di rimettere anche il proprio mandato, stavolta nelle mani dei tesserati, non senza risparmiare strali su una vicenda politico- amministrativa che ha fatto molto discutere nel Nolano. Di fatto l’ex sindaco è stato sfiduciato dal voto contrario al bilancio nell’ultimo Consiglio da parte della minoranza e di tre “fuoriusciti” dalla sua maggioranza tesserati del Pd (Scala, Peluso, De Risi). Furino attacca la spettacolarizzazione e personalizzazione dell’aspra contesa tra gli ex amici Di Palma e Scala e pone una riflessione sul ruolo giocato dal partito in questa vicenda: “Da cittadino sono profondamente amareggiato – afferma- perché ancora una volta si perde un’occasione di miglioramento. Da dirigente locale di Partito non posso che constatare che urge a Cimitile una profonda riflessione sul modo di concepire la politica locale. Perché sei mesi di telenovela politica, fatta di “rispettosi silenzi” e pubblici dibattiti convocati all’insaputa della controparte, che hanno avuto come esito, il più banale di tutti, il voto contro il bilancio, hanno dimostrato che non c’è alcuna concezione della normale dialettica politica. Tutto deve essere personalizzato e spettacolarizzato”. “Certo, quando esiste una frattura in un rapporto- continua. sia esso interpersonale o politico, c’e sempre un concorso di colpa tra le varie parti e sicuramente chi ha agito in un determinato modo avrà avuto pure le proprie buone ragioni, ma l’approvazione del bilancio da parte di un organo super partes (il documento contabile è stato poi approvato dal commissario prefettizio), dimostra che, a ragione, il partito ha visto lungo. E se ad affossare questa amministrazione sono stati proprio tre tesserati del Pd, partito a dichiarata vocazione riformista, vuol dire che qualcosa non va, perché delle due l’una: o il partito non conta, come capacità di mediazione e di orientamento, così come la sua dirigenza, colpevole di non avere incisività, o le tessere ultimamente si prendono non sposando in pieno gli interessi di partito ma al solo fine di avere la bandiera giusta per poter avere possibilità di interlocuzione con chi attualmente ha in mano governo regionale e nazionale”. La scorsa settimana Furino ha convocato una riunione e rassegnato le dimissioni da segretario del Pd: “Perché a Cimitile bisogna fare un hard reset, soprattutto a livello del Pd che, piaccia o no, è l’unico partito costituito sul territorio comunale, se non si vuole incorrere di nuovo negli errori del passato recente e meno. C’è bisogno di un congresso in cui ancora prima di andare avanti e votare un nuovo segretario, chi è stato attore in questa vicenda, da un lato e dall’altro, venga a spiegare in pubblico cosa è successo e perché, da un grande risultato ci si è ritrovati in una grande figura di niente, anche a danno dello stesso Pd”.