domenica, Novembre 24, 2024
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Morte Fortuna Loffredo, minacce a pm e cantante

Due proiettili in un pacco spedito in Procura, che contiene anche una minaccia scritta su un foglio: «Queste pallottole sono per te e per altri», sono state rivolte rivolte al giudice Alfonso Barbarano, presidente della quinta Corte d’Assise da un anno impegnato nel dibattimento sulla morte di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni violentata e uccisa il 24 giugno del 2014 nel parco verde di Caivano. Fu trovata morta, riversa al suolo, dopo essere stata probabilmente gettata dal balcone dei piani alti di un edificio Iacp inglobato tra i palazzoni del Parco verde. Non è la prima volta che il caso di Fortuna si intreccia con minaccie ed intimidazione verso chi si occupa della sua storia. Minacce per la pubblicazione di un videoclip della canzone nella quale racconta della morte della piccola sono state rivolte nei mesi scorsi a Giancarlo Tommasone, giornalista freelance e cantante. Lo rende noto lo stesso Tommasone. Il 42enne oggi, alla luce delle minacce di morte e dei proiettili fatti recapitare al giudice Alfonso Barbarano,  ha deciso di rendere nota la propria vicenda, regolarmente denunciata ai carabinieri di Napoli a dicembre, quando fu avvicinato da due persone a bordo di uno scooter, che gli intimarono di togliere il video della bambina dal canale Youtube e Fanpage, dove imperversava il clip della ”Canzone di Fortuna”. ”Allora come oggi – ha spiegato Tommasone – ho pensato ad uno scherzo di cattivo gusto, perchè in fondo io ho scritto solo una canzone di una vicenda che mi ha molto colpito. Ho seguito il caso da giornalista, e poi ne ho fatto una canzone perchè credo che la vicenda di ‘Chicca’ sia ancora tutta da chiarire e scoprire, come dimostrano le indagini portate avanti dal 2014”. Il 42enne, a dicembre, dopo la pubblicazione del videoclip, fu avvicinato, nei pressi della propria abitazione, da due uomini a bordo di uno scooter, con i volti coperti da casco integrale, che, dopo avergli rivolto ingiurie, gli intimarono di togliere ”chillu video ‘ra creatura e Caivano a ‘copp ‘a internet (il video sulla bambina dalla Rete, ndr)”, facendo poi perdere le proprie tracce. (ANSA).

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