La riforma della Pubblica Amministrazione firmata dal ministro Marianna Madia ridisegna la geografia del lavoro nel pubblico impiego. Oltre alla lotta all’assenteismo, al superamento del precariato e alla stretta sui licenziamenti disciplinari la normativa prevede di intervenire anche sul tema delle visite fiscali, introducendo numerose novità.
L’intento è rendere la materia più ordinata, istituendo un polo unico in capo all’Inps, stabilendo fasce orarie di reperibilità e introducendo controlli ripetuti e mirati attraverso cui svolgere gli accertamenti sulle malattie dei lavoratori. Vediamo, nel dettaglio, le novità sulla visite fiscali previste nella riforma della Pa.
INPS – E’ previsto un polo unico per le visite fiscali in capo all’Inps che effettua già gli accertamenti medico-legali delle assenze per malattia del settore privato con 1.200 medici. Il polo unico quindi modificherà l’attuale meccanismo che prevede per i dipendenti pubblici il controllo da parte delle Asl.
FASCE ORARIE – Al fine di armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato verranno stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali dovranno essere effettuati i controlli. Al momento i dipendenti privati assenti per malattia devono essere reperibili quattro ore al giorno, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, i dipendenti pubblici invece sette ore dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Una semplificazione possibile potrebbe essere di far coincidere le fasce o di non ritenerle indispensabili assicurando la costante reperibilità del lavoratore pubblico o privato in caso di malattia, salvo i casi di preventiva e comunicata necessità sanitaria o nei casi di documentata urgenza medica. L’obiettivo è quello di controlli mirati, ripetuti ed efficaci, tentando di massimizzare il ‘tasso di rendimento’ delle visite.
POTENZIAMENTO RISORSE – Restano ancora alcune incognite sulle risorse finanziarie e umane che, secondo l’Inps, dovranno essere necessariamente incrementate per potenziare i controlli sugli statali. Attualmente l’istituto dispone di circa 1.200 medici legali che potrebbero svolgere 3 visite fiscali al mattino e 3 al pomeriggio, che al momento non svolgono, e con le visite agli statali potrebbero arrivare a saturare questo potenziale. Il proposito è quindi quello di assicurare la continuità ai medici già iscritti nelle liste speciali dell’istituto ed eventualmente ampliare la platea trasferendo le professionalità dei medici delle Asl. (Adnkronos>)