CASAMARCIANO- Prestigioso appuntamento con la storia. Domani sera (10 settembre a partire dalle 20,30) in una location d’eccezione andrà in scena l’ottava serata del Festival nazionale del teatro “Città di Casamarciano”. Nell’incredibile scenario dell’anfiteatro romano di Avella la “Compagnia dei narratori dell’arte di Mani e Vulcani” di Napoli metterà in scena “Processo a Nerone (il matricidio)” di Massimo D’Antonio, per la regia di Salvatore Totaro. La compagnia è fuori concorso.
La trasferta avellana del festival di Casamarciano nasce dalla partnership siglata dai due comuni; l’intento dell’amministrazione casamarcianese, come dichiarato dal primo cittadino Andrea Manzi, è quello di utilizzare la kermesse teatrale per sponsorizzare le bellezze dell’area nolana nella loro totalità. Dalla gastronomia alla cultura, Casamarciano ha alzato il sipario su un patrimonio di risorse che è ancora relegato in un angolo del turismo rispetto al bacino inesauribile della costa e di Napoli. Ecco quindi che una delle piece più interessanti verrà portata in scena nell’antico anfiteatro che il 15 settembre ospiterà anche il concerto di Ludovico Einaudi. Informazioni sulla serata qui https://www.festivalnazionaledelteatro.it/
Per accedere allo spettacolo teatrale “Processo a Nerone” bisogna essere in possesso dell’invito. L’invito è obbligatorio, ed ha un “costo” di 2 euro quale contributo per l’autofinanziamento delle Associazioni Pro Loco “Abella” e Pro Loco “Clanis”. E’ possibile ritirare il tagliando di invito presso la sede dell’Associazione Pro Loco “Abella” sita a piazza Convento (ex edificio scolastico p.t.) oppure chiamando il numero 347.4592011, o presso l’Ufficio Ambiente del Comune di Avella dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 14,00.
LA PIECE: È una notte splendida, illuminata da una miriade di stelle. In occasione delle feste Quinquatrie l’imperatore Nerone invita la madre Agrippina a trascorrere qualche giorno in sua compagnia a Baia, nel cuore dei Campi Flegrei, poi, dopo una bella serata trascorsa tra vino e canti, l’accompagna al porto, dove l’attende il vascello che in segreto ha ordinato ai suoi uomini di sabotare.
Prima di farla salire a bordo l’imperatore resta ancora un po’ di tempo a parlare con lei, e per rendere più credibile l’inganno, godere fino in fondo di quel momento supremo, la bacia sul volto e la stringe in petto innanzi a tutta la corte.
L’agguato però fallisce. L’Augusta sfugge per un soffio alla morte e, mentre la nave affonda, riesce a raggiungere la costa a nuoto e a barricarsi nella sua villa sulle alture di Baia.
Ma la fine è solo ritardata.
Come per l’assassinio delle Idi di marzo, gli dèi hanno deciso di portare a compimento l’oracolo proferito molti anni prima e per l’Augusta Agrippina è giunto il tempo di pagare i molti delitti di cui si è macchiata affinché suo figlio fosse padrone assoluto dell’impero…
Nell’anno 59 d.C. nei Campi Flegrei si consuma uno dei feroci più crimini di cui si macchiò Roma: il matricidio dell’imperatrice Agrippina perpetrato per mano di suo figlio Nerone. Gli storici si sono arrovellati da sempre per trovare le spiegazioni esaustive su tale efferato omicidio, ma ancora oggi i dubbi sono tanti, così come le ipotesi. Per tale motivo il pubblico presente, dopo aver ascoltato i testimoni del tempo, evocati da un tribunale allestito per l’occasione, sarà chiamato ad esprimersi con un giudizio morale su un femminicidio che a distanza di duemila anni fa ancora discutere.