CICCIANO- La maggioranza querela l’opposizione. Nei giorni scorsi la giunta di Cicciano con ha messo nero su bianco con una proposta di delibera alla giunta firmata dal sindaco Raffaele Arvonio la volontà di adire le vie legali contro i consiglieri di minoranza che il primo ottobre hanno diffuso un manifesto contro l’amministrazione Arvonio. Per i rappresentanti della maggioranza e per lo stesso primo cittadino quel testo, firmato da Giuseppe Tarantino, Felicia Delle Cave, Aniello Capolomgo, Giovanni Capolongo, lede l’immagine dell’amministrazione comunale e rende necessaria una querela per diffamazione. Nel deliberato, sindaco ed assessori esprimono la “ferma ed unanime condanna nei confronti delle affermazioni dei consiglieri di minoranza riportate sul manifesto affisso il primo ottobre” ritenendolo “altamente lesivo della dignità ed onorabilità dell’amministrazione comunale, dell’immagine dell’ente e della moralità di tutta la cittadinanza”. Con delibera viene dunque conferito mandato ad un legale al fine di “tutelare l’immagine di Cicciano e dei suoi amministratori” sia in sede civile che penale. Nel manifesto della discordia l’opposizione faceva riferimento alle recenti nomine in commissione paesaggistica facendo un prologo- quello che ha fatto arrabbiare la maggioranza- sugli atti “di inaudita violenza” subiti in passato. Il passaggio “incriminato” è proprio quello sugli atti intimidatori subiti (incendio di auto, invio di corone di fiori, lettere e manifesti anonimi). Frasi che hanno indotto l’amministrazione al pugno duro: “Occorre difendersi dalla diffamazione pubblicamente espressa-si legge nel documento- sia al fine di tutelare l’amministrazione sia di porre riparo alla grave offesa arrecata alla città di Cicciano ed a tutti i cittadini che ne fanno parte e che hanno liberamente designato i propri amministratori”. “Abbiamo sempre ammesso la critica e la satira politica- dichiara al giornalelocale.it il sindaco Raffaele Arvonio- ma questa volta le gravi allusioni riportate nel manifesto sono state ritenute lesive dell’onorabilità dell’amministrazione comunale e ci inducono ad inoltrare una querela per diffamazione lasciando alla magistratura il compito di vagliarne il contenuto e la fondatezza”.