di Bianca Bianco
Quadrelle. Da quattro mesi non percepiscono lo stipendio. Si recano al lavoro ogni giorno con l’incognita delle mensilità arretrate e di quelle a venire. E sinora per loro non c’è stato nessuno spiraglio di luce nel black out finanziario che stanno subendo.
È un dramma silenzioso quello che stanno vivendo i 18 dipendenti del Comune di Quadrelle. Gli impiegati, otto a tempo pieno e dieci part time, da maggio non percepiscono salario a causa del mancato versamento da parte della Regione Campania e dello Stato degli importi dovuti per il pagamento delle spettanze. Una condizione molto grave quella dei componenti la macchina amministrativa quadrellese, cui però i lavoratori dell’ente stanno reagendo con grande spirito di sacrificio. Nessuno sciopero e nessuna protesta, finora hanno atteso che la loro situazione economica si sbloccasse continuando a portare a termine le rispettive mansioni.
Il mancato pagamento degli stipendi è la spia di una fase economica piuttosto grave vissuta in questi mesi dal piccolo paese mandamentale, sebbene, dichiara il sindaco Nicola Masi (eletto a maggio, già vicesindaco nella precedente amministrazione) ci siano degli spiragli: «Purtroppo dallo scorso maggio non è stato possibile garantire ai nostri impiegati il pagamento delle spettanze mensili – Masi conferma – e questo a causa dei tagli imposti dalla Regione e dallo Stato. Siamo però fiduciosi nella risoluzione della vicenda, gli stipendi di settembre dovrebbero essere assicurati». Il primo cittadino quadrellese assicura un «quotidiano contatto con gli enti competenti» per riuscire a portare il suo ente, e soprattutto i comunali, fuori dal tunnel.
Di tutt’altra opinione il capogruppo dell’opposizione Salvatore Isola che accusa: «Stiamo vivendo un periodo di gravissima crisi a causa di una azzardata programmazione della precedente e dell’attuale amministrazione, che ha solo spalmato debiti senza preoccuparsi delle ripercussioni che infatti si sono abbattute sui nostri lavoratori». A pesare sul bilancio, sostiene Isola, i debiti con Irpiniambiente, i mutui accesi dall’esecutivo precedente, quelli contratti con la Regione, le modifiche della pianta organica che hanno determinato un aumento delle spese per il personale.
«A fronte di questi debiti, i trasferimenti da un milione di euro dello Stato sono insufficienti- spiega Isola -. Chiederemo il dissesto dell’ente. Per uscire da questa situazione si devono prendere delle decisioni, come abbandonare Irpiniambiente, viceversa il Comune andrà incontro al fallimento». Nel frattempo i 18 impiegati continuano a recarsi in Municipio e a svolgere le loro attività. In attesa di una luce in fondo al tunnel.