NOLA- La città di Nola in cima alla lista dei cittadini che non pagano la bolletta dell’acqua. E’ la classifica riguardante i dati sulla morosità media degli utenti delle città che fanno parte dell’Ambito 3 Sarnese Vesuviano e che hanno come gestore unico Gori spa. I Comuni sono 76, di questi Nola ha la più alta percentuale di cittadini che non pagano le bollette, ovvero il 65, 71%. La città di Nola stacca, e di molto, la seconda in questa classifica dei morosi ovvero la città di Angri (46,52%). Bisogna sottolineare come queste maglie nere vadano a città che storicamente hanno una presenza forte di attivisti contro la privatizzazione dell’acqua e per l’acqua pubblica. Basti pensare che a Nola nel 2010 c’è stato il primo referendum cittadino per abbandonare il gestore unico. Quindi alcuni dati non vanno letti solo in termini di “evasione fiscale”. Per quanto riguarda le altre comunità del Nolano, la prima è Cicciano (settima nella classifica generale con il 34,17% di morosità media. Seguono San Vitaliano e Brusciano (rispettivamente 30,95% e 29,88%). A Roccarainola si registra una media del 25,03% di morosi, a Tufino il 23,22%, a Marigliano il 20,48%, a Liveri il 20,30%. Meno evasori invece a Palma Campania (18,57%), Casamarciano (16,57%), San Paolo Bel Sito (17,35%), Camposano (14,98%), Visciano (13, 28%), Comiziano (12,11%), Saviano 11,82% e Scisciano con l’11,16%. I più virtuosi a Marigianella, per quanto riguarda l’area nolana: qui il dato di morosità media si ferma al 10,66%. Mentre nella classifica generale i più virtuosi sono a Capri (morosità media del 5,27%). Un elenco che farà sicuramente discutere mentre il Comitato campano per l’acqua pubblica continua la sua battaglia contro Gori. La “rete dei sindaci dell’Ato 3 per la gestione pubblica del servizio idrico” di recente hanno firmato un documento (per il Nolano c’erano i sindaci di Roccarainola e Cicciano) per chiedere il trasferimento del 51% delle quote della Gori in capo ad un organo rappresentativo dei Comuni “come previsto dalle procedure attuative della legge regionale 15/2015”.