NOLA- “L’amministrazione Biancardi? Tira solo a campare”. Vincenzo Iovino a gamba tesa contro la maggioranza invoca le dimissioni del sindaco: “La vicenda quote rosa dimostra una sola cosa, incontrovertibile: questa maggioranza non è coesa e va avanti solo per inerzia e per consentire ai singoli di inseguire i propri interessi”. Parole durissime a commento del caso che ha movimentato la politica nolana negli ultimi giorni, legato alla scelta dell’assessore donna. Nonostante le disposizioni di legge sulla presenza di genere, la giunta Biancardi non ha scelto una esponente del gentil sesso nel suo esecutivo: dopo le diffide del difensore civico regionale è arrivata la nomina del commissario ad acta Lucio Varriale e l’emanazione di un bando per la “ricerca” di una donna disposta a diventare assessore e con un curriculum all’altezza del ruolo. “Un caso più unico che raro- attacca Iovino-, per il quale Nola è finita purtroppo alla ribalta. Siamo uno dei pochi Comuni campani in cui si è dovuti arrivare ad un bando per rispettare la legge, ma il bando stesso è ancora fumoso, dà adito ad interpretazioni e ci sono alcuni aspetti che vanno spiegati”. Per esempio: per quanto tempo resterà in carica l’assessore eventualmente scelto con il bando? L’avviso del commissario ad acta indica la necessità che l’aspirante assessore abbia i requisiti necessari per le deleghe che le verranno attribuite: ma quali deleghe? Non è precisato e non si sa chi andrà a sostituire. E ancora: perché il vincolo della residenza a Nola visto che, nei casi “normali” un sindaco può scegliere un delegato indipendentemente dalla sua residenza? Interrogativi che si pone Iovino, tra i quali però spicca quello politico: “Mi chiedo se questa maggioranza abbia ancora la coesione giusta per governare, visto che non si è riusciti a trovare una soluzione neanche in questo caso. Forse restano insieme per inseguire i singoli interessi personali più che il bene della città. Per questo Biancardi dovrebbe prendere atto dell’ennesimo fallimento della sua amministrazione e dimettersi”.