NOLA- Mentre gli italiani abbandonano i quartieri storici dell’immigrazione a New York, le antiche tradizioni rimangono. È tornato anche quest’annola festa del Giglio di Sant’Antonio, nel quartiere di East Harlem, a Manhattan. Come ricorda un articolo del New York Times, la ricorrenza annuale si svolge nella prima metà di agosto sin dagli inizi del secolo scorso. Per un intero weekend di cultura, cibo e tradizione religiosa gli italiani si riprendono East Harlem, quartiere storicamente tricolore, soprattutto nella prima metà del Novecento. La giornata inizia con una messa alla chiesa cattolica di Nostra Signora del Monte Carmelo. Tra le strade già attraversate da Fiorello La Guardia, sindaco italo-americano di New York alla vigilia della Seconda guerra mondiale, e Vito Marcantonio, celebre deputato democratico, un centinaio di astanti porta in processione il Giglio, una torre di legno alta una trentina di metri e costruita in onore di Sant’Antonio da Padova secondo un rito che risale alla tradizione nolana. L’area di Pleasant Avenue era stata progressivamente abbandonata dagli italiani che, nel dopoguerra, hanno lasciato il posto alla comunità ispanica. Ma non per questo molti di loro si sentono sradicati, come affermano alcuni membri della Giglio Society del quartiere intervistati dal New York Times. “Me ne sono andato nel 1970 ma questa è ancora casa mia. C’è una sensazione in East Harlem che è comune a tutti noi”, ha detto Phil Bruno, sessantenne che viene al festival da quando era bambino. La signora Karen Prisco ha aggiunto: “È nel nostro sangue. Non importa dove viviamo. Quando veniamo qui, torniamo a casa”. Ma la festa di East Harlem non è l’unico esempio di antiche tradizioni che rimangono in aree ormai abbandonate dagli italiani. A Williamsburg, Brooklyn, nei primi giorni di luglio la comunità italiana organizza la processione e la festa del Giglio, celebrando Our Lady of Mount Carmel e San Paolino da Nola, nelle strade in cui oggi abitano solo famiglie della comunità ispanica, artisti e hipster.