CICCIANO- Amianto nella “Vasca del Fellino”, sei siti inquinati e censiti dall’Arpac non ancora bonificati. L’accusa arriva dalla minoranza consiliare di Cicciano che nel corso dell’ultimo Consiglio comunale ha riportato l’attenzione sulla problematica dei siti inquinati della città del Palio. A preoccupare maggiormente la situazione della “Vasca del Fellino”per la quale più volte negli anni si è chiesta la bonifica insieme aglio altre cinque siti censiti sia dall’Arpac che dai comitati ambientalisti. A portare l’argomento dei sei siti inquinati nell’ultimo Consiglio comunale è stata il consigliere di minoranza Veria Vassallo del gruppo “Alleanza di intenti per Cicciano” che nei mesi scorsi sull’argomento ha presentato anche due interpellanze. La prima a giugno, seguita da una seconda a luglio scorso in cui si chiedeva riscontro della bonifica dei siti, tra i quali la vasca del Fellino per la quale il Consorzio di Bonifica già nel 2014 ha intimato all’amministrazione ciccianese di procedere alla rimozione dei rifiuti per motivi di “sicurezza idraulica”. A preoccupare il consigliere di opposizione, in particolare, è la “Vasca del Fellino” dove, ha dichiarato Vassallo in assemblea mostrando anche alcune foto e rispondendo alle rassicurazioni dell’assessore all’Ambiente Aniello Pizza sulle operazioni di bonifica, “c’è dell’amianto che giace da mesi”. Alle rimostranze della esponente della minoranza ha risposto lo stesso Pizza con un documento nel quale si legge che “L’Amministrazione si è attivata per risolvere il problema relativo alla presenza di rifiuti abbandonati nelle periferie” e “ci stiamo attivando per un programma di lavoro consistente tra l’altro in un registro dei siti inquinati previsto dal patto dei comuni e sollecitato dal prefetto Cafagna”. Il programma prevede tra l’altro l’apertura dell’isola ecologica videosorvegliata. Risposte che non convincono Veria Vassallo che chiede più misure e più controlli per vigilare su queste aree periferiche: “Più volte l’amministrazione comunale ha affermato che con gli introiti del parcheggio a pagamento sarebbero state messe le telecamere per la videosorveglianza proprio in questi siti- si chiede- come mai non lo hanno fatto più? Eppure alcune tipologie di interventi dovrebbero avere la priorità , e negli atti che ho presentato al consiglio è ribadito il concetto che le operazioni di bonifica si sarebbero dovute effettuare attingendo dalle voci in bilancio e se non sufficienti la giunta avrebbe dovuto provvedere a gestirle con l’obiettivo e il dovere di attivarsi per il sostegno degli oneri dovuti per la rimozione dei rifiuti. senza tralasciare servizi mirati di controllo e sorveglianza nelle aree interessate”.