NOLA- Un nuovo centro commerciale in piazza D’Armi. E’ la paura dei commercianti nolani che attraverso l’Aicast chiedono al Consiglio comunale di Nola di evitare che accada. Domani, martedì 5 aprile, l’assise nolana si riunirà presso il convento di Santa Chiara per discutere della variante al piano regolatore che riguarda la caserma Cesare Battisti (il cosiddetto “48) e prevede, come richiesto dal Comune di Nola ed accettato dall’Agenzia del Demanio, il cambio di destinazione d’uso dell’area. La variante proposta dalla Giunta municipale di Nola consiste nel passare da zona H destinata ad attrezzature di interesse comunale a zona G2, destinata ad attrezzature di interesse collettivo. L’Aicast, l’associazione che raduna i commercianti cittadini, scrive all’intero Consiglio comunale: “Benché fermamente convinti della necessità oltre che dell’opportunità di far cessare la situazione incresciosa ed oltremodo disdicevole in cui versa la Caserma Cesare Battisti, che la variante urbanistica se, da un lato, rende appetibile il bene perché possa essere venduto a condizioni economiche favorevoli, dall’altro apre per la città un grande interrogativo circa le sorti dell’intera zona, così come modificata, non potendo esercitare nessun controllo sulla destinazione dell’immobile avendole già tracciate con lo strumento urbanistico in adozione, ciò soprattutto in relazione alle attività commerciali consentirà in assenza del Siad (strumento di intervento per l’apparato distributivo ndr) nessun tipo di organizzazione in relazione all’apertura di nuove attività commerciali. La possibilità di pedonalizzazione del centro storico non renderà agevole la frequentazione dei negozi già esistenti nel corso e nelle strade adiacenti”. Il rischio dunque per i negozianti nolani è che si venga a creare un nuovo centro commerciale a Nola, spostato in piazza D’Aemi doive c’è anche un ampio parcheggio, il che “implicherebbe un danno ulteriore alla città in termini di uktyeriore svalutazione degli immobili del centro storico ed impoverimento dei proprietari” con rischio chiusura per le attività commerciali. In base a queste premesse l’Aicast ha chiesto nel documento che la nuova variante non preveda l’edilizia commerciale come destinazione d’uso.