AVELLA (Bianca Bianco- Il Mattino) Il castello è sotto assedio. Non di soldataglie medievali ma di vandali moderni che con periodiche incursioni ne mettono a repentaglio l’integrità preservata da secoli. L’ultimo raid risale ai giorni scorsi ed è stato denunciato dai volontari del Gruppo archeologico avellano “A. Maiuri”, associazione che da decenni cura i beni culturali della cittadina del Baianese.
I danni registrati nell’ultima ricognizione sulla collina dominata dalla fortezza sono ingenti. Ignoti, entrati da uno dei varchi liberi ed incustoditi, sono riusciti ad abbattere il portone ligneo della cavallerizza, area recentemente restaurata e inaugurata solo un anno fa dopo attenti lavori di recupero costati oltre 350mila euro. Un lavoro necessario da anni per rimettere a nuovo la parte del mastio un tempo destinata ai cavalli ed agli esercizi di equitazione, finita nei giorni scorsi nel mirino dei teppisti.
Il portone d’entrata, tutto in legno, oggi è piegato su se stesso, abbattuto da chi evidentemente voleva verificare cosa ci fosse dietro. Da censire eventuali danni interni, ma i ‘barbari’ hanno colpito anche all’esterno, distruggendo una centralina elettrica e la segnaletica turistica. Tutt’intorno, lungo il pendio scosceso, immondizia ed escrementi di animali.
Una situazione che il Gruppo archeologico denuncia, chiedendo rapidi interventi: “Nonostante numerosi interventi di restauro e cure che, a partire dagli anni Ottanta fino a quelli tutt’ora in corso, il nostro monumento ha ricevuto, continuano atti di vandalismo che incivili perpetrano ai suoi danni- lamentano i volontari-. Quando termineranno i lavori di ripristino e messa in sicurezza dell’intero monumento rendendolo ufficialmente fruibile? Con il sistema di videosorveglianza che fa bella mostra di sé, visibile finanche dal paese, perché non vengono presi provvedimenti nei confronti di queste persone facilmente identificabili?”. Domande cui deve dare una risposta il Comune, proprietario del Castello. “Ci auguriamo che al più presto vengano ripristinate le recinzioni mancanti e la chiusura del varco sud, ulteriore punto di accesso al sito- continuano i componenti del Gruppo archeologico- Questa segnalazione non deve essere interpretata come un rimprovero a quanti hanno a cuore lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio ma come uno stimolo alla responsabilità e senso civico di tutti gli avellani perché possano rendere il nostro paese ancora più accogliente nella condivisione della fortuna che la Storia ci ha lasciato in eredità”.