NOLA- Il Comune di Nola dovrà pagare oltre un milione di euro per violazione delle norme post terremoto del 1980. Con sentenza numero 1 dello scorso due gennaio, il Tribunale di Nola ha condannato l’ente di piazza Duomo a pagare 1.059.233,47 euro, oltre interessi, per violazione delle norme di applicazione della Legge 32/1992 che fissa i termini per la erogazione dei contributi alla ristrutturazione degli immobili danneggiati dal sisma del 1980. La vicenda riguarda il condominio Palazzo Alfano, che si trova all’angolo tra piazza Paolo Maggio e via Ambrogio Leone. L’edificio, gravemente danneggiato durante il sisma, versa in un grave stato di degrado strutturale. Nel giugno 2010 il sindaco Biancardi con ordinanza ordinò ai proprietari di eseguire lavori necessari ad eliminare eventuali pericoli di crollo anche perché l’edificio sorge in un punto centrale del percorso della processione dei Gigli e ciò aggrava sensibilmente il rischio di danni alle persone in caso di crolli. Il 2 aprile 2012 il Comune di Nola riconosceva agli stessi proprietari la somma di euro 1.059.233,47 quale contributo per la ristrutturazione ai sensi delle norme sul dopo terremoto. Ma il contributo non è mai stato erogato perché, questa la motivazione dell’ente, i fondi non erano sufficienti. Dopo il diniego, la proprietà si è rivolta alla difesa degli avvocati Domenico Ruocco e Carmine Giugliano che avviarono nel 2012 il procedimento per il recupero della somma che ha portato alla sentenza di condanna dell’amministrazione Biancardi del 2 gennaio. Stando a quanto ricostruito, i fondi post terremoto erano stati ripartiti con delibere di giunta del 2006 (amministrazione Napolitano) e durante la successiva amministrazione Biancardi si modificarono i termini di assegnazione estendendo la lista dei beneficiari senza però procedere a richiedere al Ministero i fondi a copertura degli ulteriori contributi. In tale situazione, i contributi sono stati assegnati parzialmente ad alcuni aventi diritto escludendo i proprietari di palazzo Alfano. Il giudice del Tribunale di Nola ha però ritenuto che le “delibere comunali sono da considerarsi illegittime e come tali da disapplicarsi” e che sono state disapplicate le indicazioni del Ministero delle Infrastrutture che “rispondendo ad un quesito dello stesso Comune di Nola, ha ribadito che non sono rinvenibili ulteriori criteri di priorità rispetto a quelli previsti dalla legge”. Quindi, stando al giudice, sarebbero stati assegnati i fondi ad aventi diritto senza però modificare le delibere del 2006 che fissavano diversa ripartizione. Delibere che, precisa lo studio legale associato Ruocco- Giugliano in una nota al fine di “non alimentare strumentalizzazioni” vista l’ampia risonanza ricevuta dal provvedimento, “riguardano l’anno 2006 e, quindi, sono precedenti alla amministrazione guidata dal Sindaco Geremia Biancardi”.