PARMA – Nessun pentimento (“solo davanti a Dio” ). Nemmeno una dissociazione. Ma, per la prima volta dopo oltre mezzo secolo dietro le sbarre – 34 anni in isolamento, 23 in regime di 41 bis -, Raffaele Cutolo ha deciso di collaborare con lo Stato a settantaquattro anni compiuti Quel muro di silenzio è crollato e ha deciso di parlare. Lo ha fatto dal carcere di Parma quando l’ex capo di Nco ha chiesto di essere interrogato sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Lo riporta il quotidiano la Repubblica.
Cutolo: “Se parlo io crolla lo Stato” – Pochi mesi prima, siamo al 2 marzo del 2015, l’ex boss camorrista si era sfogato sulle pagine del quotidiano La Repubblica, spiegando di sentirsi “sepolto vivo in cella” perchè “se parlo io crolla lo Stato” aveva minacciato Cutolo. La replica del magistrato Franco Roberti non si è fatta attendere: “Cutolo dica quello che sa e sarà valutato, siamo pronti ad indagare”. La possibilità di uscire dal 41 bis, insomma, dipende solo da lui… Il verbale secretato Rivelazioni che alla fine sono state raccolte lunedì 14 settembre in cella dal luogotenente dei carabinieri Giuseppe Boschieri e da un magistrato (che collaborano con la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso dello statista ucciso nel ’78). Rivelazioni trascritte su un verbale che fa parte dei 41 docuemnti raccolti dalla Commissione Moro e unico ad essere stato secretato. Ci si domanda perchè? E soprattutto perchè proprio ora l’ex boss Raffaele Cutolo ha deciso di parlare dopo anni di silenzio accettando di fatto di collaborare con lo Stato?