CASERTA – Volevano monopolizzare il settore delle pompe funebri in due comuni del Casertano e per raggiungere il loro scopo hanno piĂą volte minacciato i titolari dell’azienda concorrente, peraltro parenti acquisiti, ricorrendo anche alle aggressioni. Con queste accuse sono finiti in carcere, su ordine del gip del Tribunale di Napoli Nord, due imprenditori di San Marcellino, Antonio Favarolo di 51 anni, e il figlio Francesco di 19, accusati di tentata estorsione, danneggiamento, lesioni personali aggravate e illecita concorrenza con minaccia o violenza. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Aversa e coordinate dalla procura di Napoli Nord. Alla contesa tra i due concorrenti ha preso parte anche la moglie di Favarolo, madre dei due imprenditori minacciati dal marito, i fratelli Gilberto e Francesco Cerullo di Frignano. Proprio la donna, il 14 settembre scorso, ferì a colpi d’arma da fuoco al torace e all’addome Favarolo in un bar in pieno centro di San Marcellino al culmine di una lite generata proprio dai contrasti lavorativi; l’uomo finì in ospedale dove fu operato d’urgenza, mentre la donna fu fermata ed è tuttora in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Emerse poi che la 56enne, dopo essersi separata di fatto da Favarolo, aveva iniziato a gestire con i figli un’azienda di onoranze che faceva concorrenza proprio a quella del coniuge. Prima che la donna si vendicasse, Favarolo e il figlio avevano piĂą volte minacciato i Cerullo ordinando loro di abbandonare Frignano e in un caso, a fine agosto, li aveva aggrediti con i bastoni nella loro azienda. (ansa)