ROMA – Il bacio a una ragazzina di quattordici anni è violenza sessuale. Anche se non è stato estorto. Parola di Cassazione che ricorda che “il consenso di una persona infraquattordicenne, pur alla stregua dell’evoluzione umana e sociale, rimane assoggettato sul piano normativo da un giudizio assoluto di immaturità, con ciò implicitamente, ma inequivocamente, escludendo che la sua presenza possa comunque integrare la carenza del dolo nell’individuo maggiorenne che con tale persona compie l’atto sessuale”. La ragazzina, ricostruisce la sentenza di piazza Cavour, aveva dichiarato, in una lettera, che avrebbe voluto “fare di più” e andare oltre un semplice bacio.
La Suprema Corte (Terza sezione penale) si è così espressa, occupandosi del caso di un 44enne vicentino che era stato condannato in primo grado (Tribunale di Vicenza, 17 gennaio 2008) a due anni di reclusione per violenza sessuale, pure qualificato di minore gravità, per avere dato un bacio sulla bocca ad una ragazzina infraquattordicenne. La pena, in appello (Corte Venezia 20 ottobre 2014) era stata ridotta a un anno e due mesi.
La Cassazione ha confermato che il bacio sulle labbra a una ragazzina quattordicenne costituisce reato di violenza sessuale anche se ha disposto un nuovo esame della vicenda davanti alla Corte d’appello di Venezia “limitatamente al trattamento sanzionatorio” in quanto il giudice di merito non ha fatto riferimento alla questione delle attenuanti generiche, “limitandosi a dilatare l’incidenza dell’attenuante” già riconosciuta in primo grado.
Quanto alla sussistenza del reato sessuale, la Suprema Corte ha considerato ancora che “la corte territoriale ha aggiunto correttamente che il reato in questione non richiede un dolo specifico, ma semplicemente la coscienza e la volontà di porre in essere un comportamento sessuale, qualunque sia lo scopo che l’agente si prefigga”. (adnkronos)