NOLA- Il “Fondo Vecchione” arricchirà finalmente il patrimonio librario del Comune di Nola. Si dà così esecuzione alle ultime volontà dell’illustre mecenate e uomo di cultura nolano scomparso nel giugno del 2014 non prima di avere annunciato di volere donare alla sua città i 14mila volumi della sua collezione di libri, documenti, testi dallo sconfinato valore storico. Un patrimonio immenso cui per anni hanno attinto gli studenti nolani, ai quali il professor Vecchione ha mostrato sempre grande apertura e disponibilità. I 14mila volumi, che si aggiungono ai 5mila già acquisiti nel 2005, sono stati ‘accettati’ in donazione dall’ente con la delibera di giunta del 7 maggio scorso su proposta dell’assessore ai Beni culturali Cinzia Trinchese. Il fondo sarà collocato al secondo piano dell’edificio ex Eca in corso Tommaso Vitale, già Biblioteca Comunale.
Luigi Vecchione, nato nel 1917, è scomparso il 28 giugno scorso dopo una vita spesa per la cultura. Affiancò alla sua professione di tutti i giorni nella pubblica amministrazione l’interesse e l’impegno per il giornalismo attraverso periodici a diffusione locale come “L’Opinione”. Sconfinate le sue conoscenze sulla Festa dei Gigli, cui ha dedicato diversi lavori bibliografici, e che sono serviti negli anni a tanti studenti desiderosi di approfondire il tema ed a tanti tesisti che presentavano saggi finali sulla Ballata dedicata a San Paolino. Il suo più grande dono alla città di Nola è stata sicuramente, nel 2011, la donazione di 20mila libri. Cinquemila erano già stati donati alla Biblioteca comunale, altri 15mila costituirono l’importante “Fondo Vecchione”, costituito di volumi anche inediti sulla cultura campana, ma soprattutto su quella nolana con preziosissimi saggi (alcuni del 500) su Giordano Bruno e San Paolino, sulla storia antica e moderna dell’Agro nolano, e poi dalle raccolte dei giornali per i quali ha collaborato e che ha diretto dagli anni 50. Un patrimonio inestimabile per Nola, e non “inerte” perché ha sempre alimentato la curiosità di tanti giovani mentre la sua casa-museo è stato utile rifugio per chi fosse desideroso di approfondire le radici della sua comunità.