MUGNANO DEL CARDINALE (di Bianca Bianco- Il Mattino) Nicola Annunziata non aveva scampo. Il suo killer ha puntato prima alla testa e gli ha sparato con una pistola 9 millimetri alla fronte. Il colpo non è mai uscito, è rimasto conficcato nel cranio, inoperabile, e lo ha condannato. Chi gli ha sparato voleva la sua morte. E’ questo uno dei risultati emersi dall’esame autoptico svolto ieri mattina presso il Secondo policlinico di Napoli, ospedale in cui il 5 maggio, dopo cinque giorni di coma, Annunziata si è spento. L’autopsia è stata affidata ad un pool di periti nominati sia dalla Procura di Napoli che dalla Procura di Avellino. Il 58enne è morto nel reparto di Rianimazione del nosocomio partenopeo, per questo la perizia autoptica è stata affidata al dottor Mascolo incaricato dalla Procura napoletana; l’esame balistico, quello da cui si dovrà risalire al tipo di pistola utilizzata ed alla dinamica dell’agguato, è affidato all’ingegnere Alessandro Lima, nominato dalla Procura di Avellino. A disporre la super perizia, il sostituto procuratore Del Bene che dirige le indagini sull’agguato mortale avvenuto lo scorso 29 aprile in via Degli Innocenti a Mugnano. La necroscopia dei consulenti è durata circa due ore, ad esito della quale è stato già possibile fornire qualche risposta sull’arma utilizzata e, indirettamente, sulla natura dell’imboscata ai danni della vittima. I proiettili estratti dal corpo dell’uomo, uno dalla testa ed uno dal basso addome, sono dei 9 millimetri esplosi da un’arma di medie dimensioni. Questo tipo di pistola è molto utilizzata soprattutto in raid come quello consumato a Mugnano, rapidi e mortali. Trattandosi di un’arma leggera è infatti facile da portare e nascondere, dunque prediletta dai sicari. Entrambi i proiettili non avevano foro d’uscita, e sono rimasti conficcati nel corpo di Annunziata al quale il killer ha sparato frontalmente. Un dato, quest’ultimo, che conferma la prima ricostruzione dei fatti, quella in base alla quale Nicola Annunziata aspettava i suoi carnefici, forse aveva appuntamento con loro ed era sceso in strada dopo una loro chiamata o citofonata. E sarebbe stato colto alla sprovvista, senza possibilità di reazione, e freddato. Sul posto, subito dopo la sparatoria i carabinieri hanno raccolto due bossoli che dovranno essere analizzati dal perito Lima che nei prossimi giorni potrebbe pure tornare sul luogo del delitto per approfondire la perizia. Una perizia che scioglie molti dubbi investigativi e chiarisce che chi ha colpito voleva la morte di Annunziata. Mentre sul movente si scava nei rapporti personali: l’inchiesta non è passata alla direzione distrettuale antimafia, questo esclude che dietro la morte dell’ex commerciante di Ottaviano ci sia la mano della camorra.