NOLA- Dramma lavoro, sono 100 le famiglie che tremano in questi giorni dopo l’annuncio choc di Mediamarket: lo store Media World del Vulcano Buono chiuderà il 31 luglio prossimo (e così quello di via Arenaccia a Napoli) e i dipendenti saranno licenziati. I lavoratori in questi giorni stanno cercando di far ascoltare le proprie ragioni. Il giornalelocale accoglie ‘lo sfogo’ di un rappresentante sindacale dell’azienda che accusa: “La Regione ci ha abbandonati”.
“Sono Salvatore RSA del Mediaworld di Nola, come già sapete la nostra azienda ha deciso di chiudere 2 punti vendita in Campania, quello del Vulcano Buono a Nola e quello sito in via Arenaccia a Napoli. Nonostante che da 3 anni il sindacato UIL stia pressando per una legge regionale che aiuti le multinazionali a restare nel nostro territorio, la regione è totalmente assente ed oggi posso dire di aver avuto la dimostrazione di quanto dicono. Quasi 100 lavoratori dal 1 agosto rischiano di perdere il loro lavoro e nessun delegato regionale è venuto da noi a dare almeno un appoggio morale. 100 famiglie forse per la regione sono poche e forse non sono un numero cospicuo per alzare una cornetta del telefono e chiederci cosa succede. Una spiegazione bisogna dargliela, la nostra Multinazionale così come altre in momento di crisi non avendo sostegno da nessuna istituzione, per salvaguardare giustamente i loro interessi, decidono di chiudere negozi o di tagliare il costo del lavoro. Queste multinazionali hanno sempre garantito a tutti noi lavoratori una dignità lavorativa dandoci tutto ciò che ci spetta ed addirittura in alcuni casi incentivi non previsti dal nostro contratto. Queste aziende nel nostro territorio sono vittime di concorrenza sleale, lavoratori di nostri pari livello percepiscono redditi nettamente inferiori ai nostri ed i loro orari di lavoro sono quasi il doppio, che concorrenza si può avere con queste realtà? Perchè le istituzioni locali continuano a fingere che il problema non esiste? Se il mercato del lavoro fosse corretto non si creerebbe tutta questa disoccupazione, perchè sia grandi realtà come la nostra che piccole realtà possono almeno provare a sopravvivere in un mercato già debole ed oggi ancora più instabile dovuto a questa crisi. Altro esempio sono i nostri vicini di negozio dell’Auchan, la multinazionale francese ha un costo del lavoro molto più alto di piccoli supermercati locali i quali grazie al lavoro nero o a lavoratori sottopagati riescono ad avere prezzi uguali se non addirittura inferiori. E’ vero che in un ipermercato si trovano molti più prodotti, ma non possono sopravvivere vendendo solo quello che gli altri non anno. Aiutiamo queste grandi aziende, estere o italiane che siano a rendere la vita dei lavoratori uguale per tutti. Cara regione Campania tu dove sei?”.