NOLA- In vista delle elezioni comunali e regionali in programma per il 31 maggio prossimo, l’azione cattolica della diocesi di Nola lancia un appello: “Votiamo con coscienza”.
“Siamo chiamati tutti, credenti di qualsiasi religione e non credenti- si legge nella nota diffusa- a svegliare e utilizzare la nostra coscienza, a scegliere e votare le persone più oneste, competenti e appassionate del bene comune, a premiare progetti che promuovano un serio avanzamento morale, sociale ed economico dei nostri territori. La prima causa di decadenza della vita politica e amministrativa è la scarsa partecipazione dei cittadini, attitudine che rischia di concretizzarsi in scelte elettorali disinformate o magari basate su rendiconti personali. La prima “rivoluzione” che ci è richiesta è quella di agire da cittadini ed elettori liberi, che ragionano con la propria testa. Il voto è, innanzitutto, un momento di confronto con la propria coscienza e libertà, con la propria idea di città e bene comune, con la propria idea di presente e di futuro”.
“Già il percorso di avvicinamento all’appuntamento elettorale è motivo di riflessione. Da quanto vediamo nelle nostre città, la politica locale appare sempre più un club ristrettissimo. In pochi, in pochissimi possono accedere alle sale riservate, laddove si muovono tutti i fili. Fuori dal club, clientele interessate o famiglie disperate a cui viene promesso un tozzo di pane. Lontanissimo dal club, i cittadini “normali”, sempre più stanchi e indifferenti. E spesso, lo si può facilmente constatare, le persone che siedono nelle sale riservate sono lì da anni, come fosse da scongiurare l’emergere di nuove classi dirigenti. Un clima che produce inevitabilmente veleni, pettegolezzi, cattiverie che compromettono la credibilità della stessa politica e, cosa più grave, delle istituzioni. Occorre una seria partecipazione dei singoli e delle associazioni (cattoliche e non) alla vita della città, altrimenti la contrapposizione a queste dinamiche ormai cronicizzate si limiterà ad una denuncia sterile e senza approdi realistici, figlia di emozioni e stati d’animo più inclìni alla rabbia che alla speranza”.
“In questo senso, la Chiesa e la comunità cristiana facciano la loro parte, prima e dopo le elezioni, sul terreno della formazione delle coscienze. Lo facciano con stile disinteressato, libero e gratuito, senza prestare il fianco a strumentalizzazioni. Allo stesso tempo la politica non abbia paura, anzi accolga come una risorsa la presenza di comunità cristiane vive e attente, non avulse dalla realtà, franche nello schierarsi dalla parte dei più deboli e della tutela del Creato. Più in particolare, siano i laici credenti – cui il Concilio affida il compito di testimoniare il Vangelo negli ambiti di vita ordinari e negli spazi pubblici – a farsi portavoce credibili delle esigenze e delle priorità che ogni giorno la comunità cristiana incrocia”.
“L’Azione cattolica ha a cuore le città. E crede fermamente che nei nostri territori vi siano le risorse umane, culturali, ambientali e socio-economiche per sconfiggere la malapianta della corruzione e della camorra, quella che spara, quella che controlla attività illegali e quella “imprenditoriale” . Crede che sia ancora possibile creare le condizioni per offrire più opportunità ai giovani. Ma crederci non basta, occorre un nuovo impegno di tutti. Un voto libero, cosciente e informato può essere un punto di partenza cui far seguire una presenza significativa, di vigilanza, controllo e proposta nei luoghi in cui vengono assunte le decisioni. È un impegno che dobbiamo e vogliamo assumere, perché la posta in gioco è troppo alta e ormai ogni delega è diventata una colpa grave”.
“L’Azione cattolica è per sua natura statutaria apartitica, al punto da regolare con norme specifiche l’incompatibilità tra incarichi associativi e impegno diretto in politica. Allo stesso tempo, vogliamo incoraggiare i soci e simpatizzanti dell’associazione e tutti i laici credenti che a titolo personale, anche alla luce del loro percorso formativo, si impegneranno in prima persona candidandosi. Qualsiasi sia la loro appartenenza politica, auspichiamo possano essere portatori di uno stile nuovo e profetico. Auguriamo loro di offrire una testimonianza seria di passione per l’altro e il bene comune, di saper elaborare mediazioni alte e di saper rifiutare compromessi al ribasso. Soprattutto, chiediamo loro di portare nel dibattito pubblico la voce di coloro che non sono mai ascoltati, in particolare dei poveri, degli immigrati, dei bambini e degli studenti, dei giovani, dei precari e dei disoccupati, delle famiglia in difficoltà, degli anziani”.