NOLA- Si è rivelata sinora un flop l’operazione anti-evasione attuata dal Comune di Nola contro alcune aziende della zona industriale. Aziende che, secondo lo screening effettuato dall’Ufficio tributi dell’ente, non avevano versato al Comune alcuni tributi, in particolare la Tarsu e l’Ici, dazi che allora colpivano rifiuti ed immobili.
L’operazione prese piede nel 2010, quando l’amministrazione- di pari passo con gli uffici- effettuò una serie di controlli sulle aziende con sede legale nella zona industriale di Nola scoprendo grandi e piccoli evasioni (si calcolò allora un possibile recupero di 3 milioni di euro per il Comune). Alla base del monitoraggio, il fatto che le imprese rientravano di fatto nel territorio nolano e che una sentenza della Corte costituzionale imponeva il pagamento dei tributi in ragione dei servizi ricevuti dall’ente (per esempio, la raccolta rifiuti, a carico di Nola).
Dopo i controlli, le presunte somme evase furono iscritte a ruolo, ma alcune delle aziende coinvolte (quattro) fecero ricorso alla Commissione tributaria regionale. Ricorsi che hanno dato esiti positivi per gli imprenditori che si sono visti riconoscere dalla sezione interpellata, la numero 8, l’illegittimità della pretesa di pagamento della Tarsu.
La pronuncia della Commissione, anzi le quattro pronunce riferite alle quattro aziende, sono state appellate dal Comune (che ha conferito incarico ad hoc ad un legale). In secondo grado si deciderà dunque se la campagna per stanare i furbetti della zona industriale, o presunti tali, è stata o meno un flop.