MUGNANO DEL CARDINALE- (di Bianca Bianco- Il Mattino) Attilio Di Grezia è stato ammazzato a Campo di Spina. E’ la nuova verità emersa dall’esame autoptico svolto ieri sulla salma del trentenne affiliato al clan Cava trucidato tra mercoledì notte e giovedì mattina. Il suo corpo ha “parlato” al medico legale Pianese, le evidenze emerse durante l’autopsia hanno fornito una nuova versione dei fatti e impresso una direzione diversa alle indagini. Quando il cadavere è stato rinvenuto tra la neve ed i faggi della rada amata da escursionisti e cercatori di tartufi, le poche tracce di sangue intorno all’uomo ed altri scarni segnali avevano convinto gli investigatori che l’omicidio si fosse compiuto altrove e che il corpo fosse stato poi trasportato e abbandonato sul sentiero che conduce anche a Montevergine perché era il posto più comodo per sbarazzarsene. Le analisi sulla salma spiegano invece che le cose sono andate in maniera ben diversa. Di Grezia era ancora vivo quando ha raggiunto Campo di Spina e ci è arrivato forse di propria spontanea volontà o forse attirato in una trappola che ha poi avuto un epilogo cruento. Qui sarebbe avvenuta l’esecuzione con quattro colpi di pistola e la pallottola fatale alla nuca che nel violento vocabolario della malavita rappresenta la punizione per chi ha sgarrato. A ribadire questo particolare decisivo per le successive indagini dei carabinieri della Compagnia di Avellino sono state proprio le condizioni del cadavere.
Di Grezia ha perso sì molto sangue, ma ha avuto una forte emorragia interna che ha impedito al sangue di fuoriuscire. Altro sangue è stato invece trattenuto dagli abiti, e questo spiegherebbe perché intorno al ragazzo non vi fossero tracce estese. Inoltre presentava delle vistose ecchimosi al volto che confermano sia stato prima picchiato e poi finito a pistolettate. Importante pure quanto emerso dall’analisi balistica, affidata all’ingegnere Alessandro Lima. Il perito ha ottenuto conferma del fatto che Di Grezia è stato trucidato con una pistola revolver o semiautomatica di grosso calibro. Tre pallottole sono rimaste nel suo corpo, nella schiena ed in testa, un’altra è stata rinvenuta sul luogo dell’omicidio. Ottenuti questi primi fondamentali elementi, si attende ora un nuovo sopralluogo a Campo di Spina. La prima ispezione dei luoghi infatti è stata resa difficile dalla neve, ma una volta sciolto il manto bianco si potranno trovare altri indizi utili. In quell’occasione a lavorare in sinergia non saranno soltanto gli inquirenti della Procura di Avellino con i carabinieri perché da ieri mattina è ufficiale che il fascicolo sull’assassinio di Attilio Di Grezia è stato trasferito alla Direzione distrettuale antimafia, a conferma che il retroscena dell’esecuzione è stato l’ambiente camorristico locale. La salma della vittima resta quindi sotto sequestro per favorire eventuali nuovi perizie disposte dalla Dda mentre continuano perquisizioni e controlli dei carabinieri tra Capocastello, frazione di nascita di Di Grezia, e Mercogliano. Alcuni pregiudicati, secondo indiscrezioni, sarebbero stati sottoposti ad esame stub per rivelare la presenza di tracce di polvere da sparo, analisi si dovranno compiere anche sull’auto della vittima per verificare se a Campo di Spina il trentenne è arrivato solo ( e la sua vettura è stata poi portata via dai suoi carnefici) o è stato trasportato da chi poi l’ha ammazzato.
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