lunedì, Gennaio 13, 2025
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Giorgio Napolitano dice addio al Colle, è stato il primo presidente di origini nolane

Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

COMIZIANO-(di Bianca Bianco) Giorgio Napolitano segna ancora la storia d’Italia. Oggi, 14 gennaio 2015, si dimette dalla carica di Presindente della Repubblica italiana. I motivi sono noti a tutti, li ha chiariti durante il discorso di fine anno. Ha confessato ad un bambino che è contento di lasciare ()”Finalmente torno a casa!”), forse gli resta il rammarico di lasciare un Paese ancora senze riforme, quelle da lui invocate quando due anni fa accettò, commosso, il settennato bis per il bene dell’Italia travolta dall’antipolitica e dalla crisi. “Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana” così l’Ansa descrive oggi  Giorgio Napolitano, napoletano di nascita, romano di formazione politica ma- non tutti lo sanno- comizianese di origini.

In una casa all’angolo tra piazza San Severino e via Croce nacque infatti, il 17 febbraio del 1883 Giovanni Napolitano. Avvocato penalista, principe del foro napoletano, poeta, saggista e fine oratore, Giovanni Napolitano era il padre di  Giorgio. Lì, in quella casetta che affaccia sulla piazza principale del paese, e poi in una abitazione di via San Nicola numero 1 in cui crebbe nella frazione di Gallo di Comiziano, ci sono le radici del primo presidente della Repubblica italiana che abbia giurato due volte fedeltà alla Costituzione rinnovando il suo settennato al vertice delle istituzioni italiche. Giorgio Napolitano non ha mai vissuto a ‘Cumignano’, i genitori Giovanni Napolitano e Carolina Bobbio vivevano a Napoli, nel capoluogo partenopeo ha trascorso l’infanzia e studiato (alla Federico II, facoltà di Giurisprudenza); poi si è perfezionato ad Oxford, infine la carriera politica lo ha portato a Roma. Ma l’identità comizianese e nolana, e oseremmo dire anche l’indole schietta e severa dei suoi quasi conterranei, non l’ha mai abbandonata in questi lunghi duri anni alla guida del Paese.

Il legame, ormai allentato perché il presidente non torna da decenni in paese, esiste: è fatto di sangue (quello dei cugini di primo grado e dei nipoti che vivono ancora qui, tra Comiziano e Cicciano) e di orgoglio (quello che i comizianesi mostrano quando si fanno vanto delle ascendenze del presidente). Le ultime occasioni in cui il comunista Napolitano tornò ‘a casa’ furono i comizi da onorevole del Pci che lo portarono nella piazza del paese ad arringare i comizianesi in vista delle elezioni; ma sono passati anni, decenni, anche se quei discorsi pubblici hanno lasciato un ricordo vivido nei più anziani. Napolitano tornava nella terra di suo padre durante la campagna elettorale, e manteneva i rapporti con i parenti più stretti. A Comiziano viveva Severino, suo cugino da parte di padre, che era identico a lui. E’ morto poco tempo fa, se lo si incontrava non si poteva fare a meno di notare la grandissima somiglianza col presidente. A Cicciano c’è un’altra cugina di primo grado, Rosa Del Litto. Ci sono i suoi nipoti, con cui conserva un buon rapporto.

Stretto il legame anche con Nola, dove Giorgio Napolitano conserva amicizie di lunghissima data. Tra gli amici che non ci sono più e che con lui hanno trascorso una giovinezza di impegno politico nel partito, c’erano Aniello Correra, che fu pure consigliere regionale e Vincenzo La Rocca, componente della Costituente, responsabile giustizia del Pci con il quale, si racconta, ascoltavano “Radio Londra” .

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