domenica, Gennaio 12, 2025
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Storia di Turing, lo scienziato più moderno ucciso dal pregiudizio più antico

di Isabella Savinelli

Preceduto da Hodges Handrew con “Alan Turing. Storia di un enigma”, da David Leavitt con “L’uomo che sapeva troppo. Alan Turing e l’invenzione del computer” e dalla trasposizione cinematografica “The imitation game” uscita lo scorso anno, anche lo scrittore anglo americano Nigel Cawthorne col suo romanzo biografico “L’enigma di un genio” ha offerto un tributo al matematico e crittoanalista inglese Alain Turing. Di questi vengono ripresi i tratti salienti della sua vita esemplare, le singolari esperienze, le scoperte memorabili, le ansie e le inquietudini che lo hanno caratterizzato.

Il libro è una biografia romanzata del leggendario Alan Turing, il matematico inglese che decrittò il codice nazista. La sua è la storia di un genio che ha iniziato a mostrare sin da piccolo i segni di una incompresa e precoce genialità: ancor prima di saper leggere e scrivere già studiava i numeri seriali sui lampioni di Hastings, inventava parole, imparò a leggere da autodidatta in sole tre settimane e si distinse per la sua notevole capacità di risolvere i problemi tanto che la preside della scuola primaria già lo etichettò come un genio. Da bambino socievole ed estroverso qual era, divenne una ragazzo chiuso e trasognato e la sua sempre più spiccata propensione verso la matematica lo condusse all’università di Cambridge dove strinse un legame molto profondo con Morcom con cui condivideva anche la passione scientifica. L’ invenzione della “Macchina universale”, l’antenata di tutti i computer che sarebbero seguiti da lì a breve, gli riserbò una borsa di studio per Princeton e tanti meriti, esperienze e onorificenze nell’ambito scientifico-universitario. Ancora scosso dagli echi della prima guerra mondiale e per scongiurarne un’altra, inventò un codice numerico grazie al quale decrittò il famigerato Codice Enigma, il segreto sistema di crittografia con cui i nazisti comunicavano tra di loro, decretando la vittoria degli Alleati sulla Germania nazista. Ma, a seguito di una denuncia di furto subito, uscì allo scoperto la sua relazione omosessuale col giovane Murray. La Gran Bretagna, che allora considerava l’omosessualità un reato, sembrò subito dimenticare i suoi contributi scientifici, i suoi meriti per la violazione dei codici nemici in tempi di guerra e le testimonianze sulla sua brava persona, condannandolo alla castrazione chimica. Privato della sua essenza, scelse di non piegarsi ai tabù di quella società cieca e efferata.

Il romanzo biografico di Nigel Cawthorne è di sicuro all’altezza della materia narrata: intenso e al contempo essenziale, proprio come la vita di Alan Turing. Attraverso una narrazione scorrevole e ben modulata, emerge chiaramente la figura di un uomo “fuori dal comune”, un talento distrutto dalla stupidità umana, un genio particolare e talvolta incompreso che per certi versi ricorda il Jhon Nash di “A beautiful mind”. Nel cuore della seconda guerra mondiale presta la sua preziosa intelligenza e il suo macchinoso ingegno all’Intelligence inglese per decifrare il codice cifrato degli alti comandi tedeschi. Ma, appena si scopre che questa genialità deriva da un animo omosessuale, quella stessa Inghilterra che aveva fatto spazio ad Alan Turing sul tavolo dei vincitori, lo conduce pian piano ad una fine tanto silenziosa quanto rovinosa. Le parole di Nigel Cawthorne e di tutti quelli che hanno ricordato Alan Turing sono dei tributi e degli onori non soltanto alla sua breve, intensa e sofferta avventura umana e intellettuale, ma anche alla genialità, e, soprattutto, alla libertà dei sentimenti di chi come lui ha seguito, sempre e incondizionatamente, le proprie passioni.

TITOLO: L’enigma di un genio

AUTORE: Nigel Cawthorne

EDITORE: Newton

ANNO: 2014

PAGINE: 190

PREZZO: 9.90 €

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