Pasquale Sommese, 57 anni, da Cimitile. E’ il politico di riferimento dell’Udc nell’area nolana, e attualmente ricopre il ruolo di assessore regionale ai Beni culturali ed al Turismo dopo avere ricoperto la delega al Personale. E’ subentrato a Giuseppe De Mita in questo cruciale settore, e su beni culturali ed area nolana, sui progetti della Regione in questo campo e sulla sua visione politica, gli abbiamo posto qualche domanda per la rubrica domenicale “Spoliticando”.
Lei e’ il nuovo assessore regionale a turismo e beni culturali, quali saranno i progetti destinati all’area nolana?
“C’è grande consapevolezza di rilanciare e investire come governo regionale nel turismo in modo inclusivo a partire dai Beni monumentali (Musei, Turismo religioso, enogastronomia, Beni archeologici). L’area nolana è ricca di tanta storia, sia monumentale che archeologica, ed ha senza dubbio grandi potenzialità per poter finalmente entrare in una corretta programmazione regionale”.
Quali sono le grandi potenzialita’ inespresse dell’area nolana?
“In questi anni abbiamo vissuto una trasformazione da società agricola artigianale a post industriale con settore terziario e quaternario avanzato. Ora è opportuno mettere in campo strategie di politiche integrative dei tanti centri urbani che si compenetrano con le realtà di Vulcano Buono e con le altre eccellenze del territorio in modo da recuperare quello che gli urbanisti definiscono processo di periferizzazione”.
L’area nolana vive in una fase di “sottosviluppo” per quanto riguarda i beni culturali ed il turismo, il richiamo per i turisti e’ flebile. Quale ricetta per incentivarlo?
“Il Turismo come elemento trainante per la nostra economia ha un senso se saprà integrarsi con i nuovi linguaggi del web 2.0 migliorando già da subito l’offerta turistica. Mettere in rete i tanti Beni culturali archeologici e storici presenti sul territorio e valorizzare quelli meno conosciuti può rappresentare già una prima ricetta”.
In che modo si puo’ migliorare l’offerta turistica mediante il web?
“La Regione Campania ha già dato ulteriori impulsi a strumenti operativi e innovativi. Penso agli open data, alle app per gli strumenti tecnologici, alla piattaforma web sul Turismo e Beni culturali. Materia che alimentano l’offerta turistica”.
Le basiliche di Cimitile, in particolare, nonostante la loro storia e la loro bellezza, sembrano fuori dal circuito di interesse turistico. Cosa si puo’ fare?
“La rete, come già le anticipavo prima, può essere uno strumento innovativo, ma non basta. Bisogna avviare progetti integrati con il coinvolgimento di tutte le parti interessate. Le Basiliche di Cimitile sono la storia e la storia va valorizzata. Auspico di recuperare il vecchio e interessante progetto Clanis e, in sinergia con tutte le recenti scoperte archeologiche, creare un itinerario turistico religioso con una regia di eventi che veda protagonista il triangolo Avella – Nola Cimitile – Vallo di Lauro”.
Come si puoì recuperare il vecchio progetto Clanis?
“E’ mia intenzione trasformare questa grande e felice intuizione che da decenni viene proclamata in tutti i seminari che però non ha mai superato la fase di start up”.
Quali sono le criticita’ dell’area nolana? Quali le potenzialita’?
“La potenzialità è la centralità del territorio. La criticità molto spesso dipende dal fatto che è difficile fare rete. Dobbiamo trattenere le nostre risorse, apprezzare le tante intelligenze e passioni, valorizzando i giovani in questo processo di trasformazione”.
Perchè il patrimonio culturale nolano e’ sempre snobbato dal circuito turistico?
“Ogni singolo monumento , bene culturale archeologico, anche si grande fascino da solo non giustifica un “viaggio” se non integrato in un sistema di offerte completo”.
Cosa si puo’ fare per salvare il villaggio preistorico di Nola?
“Siamo impegnati a risolvere questo problema”.
Il turismo culturale nolano puo’ diventare ammortizzatore sociale contro la crisi?
“Si, se si riesce a cogliere in questi anni un’occasione di governante multilivello tra vari soggetti istituzionali e partenariali sociali ed economici a partire dalla Regione Campania”.
Da cittadino e da assessore, quali sono i beni culturali dell’area nolana che predilige?
“Sono molto legato alla “cultura dei luoghi” ma sono assessore dell’intera comunità regionale ed ho grande rispetto per il ruolo che ricopro. Ho tanti ricordi legati al mio territorio. L’area nolana ha tanta storia e archeologia da raccontare”.
Se potesse fare come il ministro Bray, un blitz anonimo nei siti di interesse, dove andrebbe?
“Vivo il territorio nella sua quotidianità e pertanto ne conosco le potenzialità e le criticità. Bisogna solo recuperare il tempo perduto”.
Nola punta al sigillo Unesco e lo otterrà a dicembre. Per questo sta rivoluzionando la sua festa dei gigli. Ha letto il nuovo regolamento della festa? Cosa ne pensa? Aiuterà la manifestazione ad emergere?
“Tutti i cittadini dell’area nolana attendono questo straordinario riconoscimento che ribadisco non è solo frutto di una serie di parametri riconosciuti. Il sigillo Unesco non rappresenta solo un grande attestato delle bellezze artistiche e del patrimonio urbano, ma deriva soprattutto da una serie di norme da rispettare. Una festa deve coniugare in modo vero ed autentico la tradizione popolare con la genesi stessa della festa: la fede”.
E cosa pensa dell’attribuzione a Roberto de Simone del ruolo di direttore artistico?
“Credo che possa rappresentare un salto di qualità”.
Passiamo alla politica. Lei avrebbe lasciato la Regione per il Parlamento?
“Ho grande rispetto per gli elettori. Per me l’importante è lavorare con impegno e passione. Preferisco continuare il difficile e affascinante percorso regionale”.
Come commenta il risultato dell’Udc alle consultazioni? E’ indebolito? Restera’ in questo partito?
“Dopo i risultati delle politiche affermai che ogni competizione ha la sua storia. Le elezioni politiche con l’attuale sistema elettorale non esaltano i candidati ma solo i leader. Alle amministrative e alle regionali gli elettori scelgono le persone, la loro storia e i loro progetti. Le recenti amministrative confermano le mie affermazioni di commento a caldo del voto. Udc e liste civiche collegate hanno raggiunto in media tra tutti i comuni chiamati alle urne una percentuale intorno al 15%. Ciò ha rappresentato per me una conferma e una grande iniezione di fiducia”.
Concorrerà per il ruolo di governatore della Campania nelle prossime elezioni?
“La Regione Campania ha già un buon governatore ed è Stefano Caldoro. Un presidente bravo a mettere insieme strategia politica, competenza amministrativa e modernizzazione dei nuovi linguaggi della Pubblica Amministrazione”.
Quando le dicono “Movimento 5 stelle” a cosa pensa?
“E’ la risposta a questo momento storico che viviamo di crisi economica, sociale, occupazionale e valoriale. Ne usciremo con le buone pratiche amministrative e politiche”.
Nei comuni di Ottaviano, Palma campania, Cicciano e Brusciano sono stati eletti a sindaco candidati piu’ vicini a lei che al partito. Come commenta questo dato?
“Ecco, questo rappresenta un cambiamento che passa attraverso l’entusiasmo e la professionalità di giovani di qualità. In questo momento sono figure che vanno al di là dei partiti. Nei comuni a cui lei fa riferimento sono stati eletti giovani che con immenso piacere ho incoraggiato e accompagnato”.