NAPOLI – Due supplenti napoletane, Raffaella Mascolo e Carla Napolitano, ottengono la condanna dell’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea e aprono la strada ai ricorsi dell’esercito dei precari (circa 250 mila secondo i sindacati) che potranno chiedere assunzioni e ricostruzione di carriera. Le due precarie del settore amministrativo si erano rivolte al magistrato per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. La Corte costituzionale e il Tribunale di Napoli hanno chiesto alla Corte di giustizia se la normativa italiana sia conforme all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, in particolare, se quest’ultimo consenta il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili, in attesa dei concorsi. Ieri la Corte si è pronunciata definendo inaccettabile il sistema italiano anche perché, sottolinea il documento dell’ufficio stampa che ha diffuso la pronuncia, a seconda degli anni e delle fonti, una percentuale tra il 30%, e il 61 % del personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole statali sarebbe impiegato con contratti a tempo determinato. Mentre tra il 2006 e il 2011, il personale docente avrebbe rappresentato tra il 13% e il 18% di tutto il personale. E non solo: nessuna concorso è stato organizzato tra il 2000 e il 2011. La Curia sottolinea che saranno adesso i tribunali nazionali a doversi pronunciare adeguandosi alle norme europee.