venerdì, Gennaio 3, 2025
spot_img
spot_img
spot_img

I PIÙ LETTI DELLA SETTIMANA

ARTICOLI CORRELATI

Carofiglio racconta gli anni di piombo sul bordo vertiginoso dell’Italia

carofigliodi Isabella Savinelli

“Il bordo vertiginoso delle cose” è un romanzo dello scrittore e politico italiano Gianrico Carofiglio edito lo scorso anno da Rizzoli, con già migliaia di copie vendute a poche settimane dalla pubblicazione e tutt’ora apprezzato dai lettori. Il titolo è la citazione dal verso di Robert Browning “a noi preme soltanto il bordo vertiginoso delle cose”. Il libro è un romanzo di introspezione in cui il ricordo di un’adolescenza inquieta negli anni di piombo costringe il protagonista a porsi molte domande riguardo ai propri rapporti con gli altri, con l’amore, con la violenza e con tutto quello stato di bilico vertiginoso che ne deriva.

Il protagonista Enrico Vallesi è uno scrittore quasi cinquantenne che, dopo il suo primo libro di successo, non riesce più a scrivere niente di suo e per vivere si accontenta di fare il ghostwriter. Mentre beve il caffè in un bar nel centro di Firenze come ogni mattina, sfogliando il giornale si imbatte in una notizia di cronaca: durante un conflitto a fuoco con i carabinieri, è rimasto ucciso un rapinatore da poco uscito di galera e il nome della vittima è proprio Salvatore Scarrone, compagno di scuola ai tempi del liceo. In un attimo l’articolo lo riporta con la mente alla fine degli anni Settanta e al periodo della sua adolescenza quando frequentava il Ginnasio Quinto Orazio Flacco. Lì ha conosciuto Salvatore, il classico ripetente ribelle con la sua barba troppo lunga, con i suoi duri insegnamenti, con i suoi propositi, le sue utopie di giustizia, un ragazzino camuffato da adulto insomma. Enrico Vallesi, insicuro e indifeso e di buona famiglia, subito è entrato in contatto con gli ideali di Salvatore ma anche con la sua violenza che per qualche anno ha voluto addirittura imitare per non sentirsi inferiore. Nello stesso periodo si è perdutamente innamorato della sua insegnante Celeste per la sua delicatezza di donna e per la sua filosofia di vita, che, in classe, riusciva poi a trasmette ai suoi allievi con passione; ha incontrato Stefania, la sua unica vera amica e confidente. Incalzato da questi ricordi, tornato a Bari avverte l’impellente bisogno di ripercorrere se stesso e i luoghi e le persone che lo hanno in qualche modo segnato.

È questo un romanzo introspettivo di formazione in cui, grazie alla maestria di Carofiglio, il racconto scorre veloce e lo stile rapido e diretto, la scrittura è limpida, piacevole, evocativa perché intrisa di riferimenti filosofici e citazioni di scrittori quali Fitzgerald, Dostoevskij, Pavese, Hemingway, Conrad, Hegel, Schopenhauer e altri. L’intreccio, invece, è carente di suspense e di momenti di svolta: la lettura prosegue con l’aspettativa di “qualcosa” che invece non avviene mai, manca infatti quell’episodio particolare in grado di rendere avvincente la trama e di coinvolgere in particolar modo il lettore, come se la suggestione del titolo venisse smentita dalla lentezza della trama. D’altro canto il romanzo contiene importanti spunti di riflessione proprio perché la vita di Enrico oltre a riflettere quella di tanti adolescenti, fatta di scuola, amici veri o falsi, innamoramento, una famiglia tanto irritante quanto fondamentale, l’inquietudine di essere un leader o un gregario, riflette anche quella di tanti adulti, sospesi tra le conseguenze di paure e rinunce, la consapevolezza del proprio fallimento e della necessità di una svolta..tutti momenti cruciali che implicano convinzione e introspezione, le stesse che permettono di decidere da che parte stare del “bordo vertiginoso delle cose”.
TITOLO: Il bordo vertiginoso delle cose

AUTORE: Gianrico Carofiglio 
EDITORE: Rizzoli

ANNO: 2013
PAGINE: 320
EURO: 18,50 €

I PIÙ POPOLARI

This site is protected by wp-copyrightpro.com