BRUSCIANO (di Nello Lauro- Il Mattino) Acque agitate. E’ cresciuto in questi giorni il fronte anti Gori. Sedici sindaci del Nolano, il parlamentare Massimiliano Manfredi (Pd), comitati civici per l’acqua pubblica e gruppi sui social network ruggiscono contro i rincari della società che gestisce il servizio idrico integrato nell’Ato 3 Sarnese Vesuviano, composto da 76 comuni campani (508mila abitanti) tra le province di Napoli e Salerno. Al Comune di Brusciano c’è stata una riunione operativa indetta dal sindaco Giosy Romano sulla questione Gori. A seguito del summit i sindaci di Brusciano, Camposano, Casamarciano, Castello di Cisterna, Cimitile, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Massa di Somma, Nola, Ottaviano, San Vitaliano, Sant’Anastasia, San Paolo Belsito, Saviano, Scisciano, Somma Vesuviana, Visciano hanno deciso di promuovere ricorso al Capo dello Stato Giorgio Napolitano contro la delibera 43 del 30 giugno 2014 e successive dell’Ente d’Ambito, che ha varato l’aumento tariffario richiesto dalla Gori. Gli stessi sindaci annunciano l’istituzione di uno sportello per l’utenza presso i singoli Comuni. “Abbiamo deciso – dicono le fasce tricolori, alcune delle quali votarono gli aumenti nel 2012 – di rompere ogni indugio e di tentare la strada del ricorso. Continuiamo ad auspicare comunque un intervento riparatore che possa sbloccare la situazione”. La decisione presa dal commissario straordinario dell’ente d’ambito con la delibera della discordia aveva quantificato l’importo delle partite pregresse antecedenti l’anno 2012 e la Gori in questi giorni sta inviando all’utenza fatture indicanti in bolletta la voce “Recupero partite pregresse ante 2012” (Repp): “si tratta – fanno sapere dalla Gori – di recuperi tariffari relativi agli anni 2006 – 2011, che si sono accumulati nel corso del tempo a causa dell’inadeguatezza delle tariffe deliberate in passato dall’assemblea dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, che in quegli anni non assicuravano la copertura dei costi di gestione, con la conseguenza che l’azienda ha maturato una significativa esposizione creditoria”. Una decisione che ha mandato su tutte le furie anche le associazioni territoriali che si battono per l’acqua pubblica e le associazioni pro-consumatori che hanno diffuso un modulo da scaricare per chiedere di annullare le bollette relative alle somme arretrate. Nella missiva indirizzata alla Gori si sottolinea come il credito vantato dalla società risulti “parzialmente prescritto, essendo i crediti relativi a canoni idrici soggetti al termine di prescrizione quinquennale, pertanto i crediti precedenti l’ottobre 2009 sono da considerare prescritti e che il calcolo dell’importo fatturato per le partite pregresse al 2012 è stato richiesto illegittimamente alla platea degli utenti del 2012, senza considerare che gli eventuali conguagli sarebbero dovuti essere richiesti in base alle singole annualità sulla base dei consumi effettivi”. Una situazione che è oggetto anche di interrogazione parlamentare di Massimiliano Manfredi (Pd): “Ho intrapreso questa azione perché le richieste di pagamento da parte della Gori vengano annullate per evitare di far gravare ingiustamente gli addebiti sui cittadini”. “La delibera dell’Ato 3 – spiega Manfredi – viola il principio di irretroattività degli atti amministrativi poiché la giurisprudenza amministrativa ha più volte posto in rilievo che la regola di irretroattività dell’azione amministrativa è espressione dell’esigenza di garantire la certezza dei rapporti giuridici”.