(di Isabella Savinelli) “Senza traccia” è l’esordio letterario di uno dei maggiori produttori e sceneggiatori statunitensi, David Levien, edito in Italia da TimeCrime, etichetta editoriale dedicata al crimine. È, questa, un’intrigante novità per il mondo del thriller che sembrerebbe accogliere, nel suo novero, un novello scrittore, nonché affermato sceneggiatore. A decretare il successo di questo avvincente thriller è il prefetto mix di adrenalina e verosimiglianza perché la suspense, i personaggi e le situazioni sono talmente reali da far dimenticare che si sta leggendo una romanzo. Di sicuro Levien non ha tradito le aspettative dei suoi ammiratori che hanno riscontrato tra le sue righe la stessa cupezza, audacia e sapienza che caratterizzano le sue scene.
Il protagonista del romanzo è Frank Behr, uno scrupoloso ed enigmatico detective ed ex poliziotto che un giorno viene contattato da Paul Gabriel, un ipotetico cliente che gli espone, riponendo in lui tutte le sue speranze, un dramma familiare, ma non solo: Jamie, il suo unico figlio, un ragazzino di dodici anni, partito da casa come suo solito con la bicicletta per consegnare i quotidiani nelle periferie di Indianapolis, una mattina di ottobre scompare senza lasciare traccia. Dopo un anno e due mesi, il caso è ormai piatto e, di fronte ai continui fallimenti e alla polizia che, dopo le gli allarmi per la scomparsa di minori, i controlli nel quartiere, dopo aver tappezzato di avvisi i rifugi per sbandati finisce per archiviare il caso come una semplice fuga spontanea da casa di un adolescente, Paul decide di affidarsi a Frank. Questi, che nel passato ha provato il dolore della perdita di un figlio, è tentato di rifiutare ma,dopo aver accettato all’inizio l’incarico con riluttanza, entra, poi, nel vivo della storia e, lasciandosi intenerire e influenzare dalla disperazione di Paul verso cui avverte un forte senso di similarità, accetta il caso. Senza alcuna traccia né indizi o testimoni, si mette alla ricerca del ragazzino facendo i conti con i fantasmi del suo passato, rischiando la sua stessa vita.
L’esordio di David Levien è coinvolgente, toccante, duro e, oltretutto, raccontato con una scrittura sapiente, scorrevole e realistica. Di certo non aggiunge nulla alle classiche trame di thriller già ampiamente usitate, però riesce a mantenere alta l’attenzione con la giusta dose di suspense e di colpi di scena. La descrizione dei personaggi, di grande spessore umano, è molto realista così come le loro ansie e preoccupazioni: qualsiasi lettore avrà sicuramente provato la stessa soffocante angoscia dei genitori Paul e Carol, pronti a tutto pur di ritrovare il figlio scomparso, e l’ansia mista ad audacia del detective Frank, che, reincarnando il classico protagonista-thriller con figlio morto in tenera età e un matrimonio alle spalle andato male, oltre a svolgere il suo mestiere, tenta di allontanare le ombre e le ferite del passato che sembrano non dargli tregua. Il tema di cui si tratta è strettamente interessante e contestualizzabile: rapimenti e scomparse di minori, purtroppo, sono sempre più presenti nella società odierna e rimangono sempre più irrisolti a causa di un presente che, anche se non dimenticando, “archivia” e “allontana”. Chiaro l’intento dell’autore: quello di spronare i lettori ad aprire gli occhi di fronte a un dramma del genere e, più in generale, ai drammi più grandi della vita, ai momenti difficili, da risolvere non con rassegnazione e “senza traccia”, ma con audacia e determinazione, lasciando, quindi, profonde tracce in ogni cosa per cui si combatte.
Autore: David Levien
Titolo: Senza traccia
Editore: Timecrime
Anno: 2013
Pagine: 350
Prezzo: 5.90 €