venerdì, Novembre 29, 2024
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Strage di Acqualonga, periti: guard-rail corroso da sale, su bus non funzionavano freni

monteforteAVELLINO – Mancanza di “accorta manutenzione” delle barriere dell’autostrada e problemi tecnici del veicolo, che al momento dell’incidente “non aveva in funzione l’impianto frenante”. Sono le due criticità evidenziate dai periti nominati dalla procura in relazione all’incidente del bus precipitato dalla A16 il 28 luglio 2013, con 40 vittime. Le barriere di protezione del viadotto Acqualonga della A16 Napoli-Canosa, dal quale il 28 luglio dell’anno scorso precipitò il bus, “non erano saldamente mantenute al suolo” in quanto “i perni che le avrebbero dovute ancorare sono stati corrosi dal sale utilizzato nei periodi invernali” quando in quel tratto autostradale, tra i caselli di Avellino e Baiano, c’è ghiaccio e neve, scrivono i quattro consulenti di ufficio nominati dalla procura. La perizia, che consta di 650 pagine e contiene 1.500 allegati, in particolare punta l’indice sulla mancata manutenzione rispetto “ad un’azione di corrosione avvenuta negli anni”: “Se ci fosse stata una accorta manutenzione – scrivono i periti – le barriere avrebbero potuto contenere l’impatto del pullman ed evitare che precipitasse dal cavalcavia”. Un altro elemento che i periti nelle loro conclusioni affidano ai magistrati, riguarda l’autobus: “Al momento dell’incidente, l’automezzo non aveva in funzione l’impianto frenante e nonostante questo l’autista del bus, Ciro Lametta (morto nell’incidente, ndr) ha fatto di tutto per tenere l’automezzo sulla carreggiata”. Con la consegna delle perizie alle parti, il procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, che coordina l’inchiesta dei pm Adriano Del Bene e Cecilia Annecchini, potrebbe individuare nuovi profili di responsabilità per gli attuali indagati e per altre persone. Alla luce della perizia, sembra destinata alla archiviazione la posizione di Ciro Lametta, la cui iscrizione ‘post mortem’ nel registro degli indagati è stata un atto dovuto. (ANSA). 

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