CICCIANO – (di Nello Lauro) Il mistero delle pagine perdute. No, non è la riproposizione di un film sui Templari ma quello che è successo nell’ultimo consiglio comunale sulla istituzione della quarta farmacia in città. Un guazzabuglio e un mescolio di carte tra maggioranza e segretaria comunale durante l’interpellanza presentata dai gruppi di opposizione sulla nascita di un nuovo esercizio in città che potrebbe avere conseguenze sulla delibera di giunta comunale numero 58 del 23/04/2014 che parla dell’argomento e che potrebbe portare a decisioni contro chi eventualmente ha commesso l’errore.
Una delibera – quella approvata nel mese di aprile – che non ha convinto i gruppi di opposizione che hanno presentato una interpellanza: il consigliere di opposizione Giovanni Capolongo ha chiesto spiegazione sui criteri adottati nella scelta e nella individuazione dell’area per la nuova farmacia anche per capire se alla base ci sia stata una reale analisi del territorio. La vicenda relativa alla nuova farmacia – ha provato a spiegare anche il sindaco Arvonio – è nata già nel 2012 quando c’era stata una bozza di delibera alla luce della legge regionale 27 che dava facoltà ai comuni di poter avere sul proprio territorio una “rivendita” di medicinali ogni 3300 abitanti previo parere favorevole dell’Asl e dell’ordine dei farmacisti della provincia di Napoli. Già allora fu individuata (tenendo presente del livello di periferia e del numero di abitanti) un’area che prevedeva via Ravelli verso il santuario Madonna degli Angeli, via Colasanto lato cimitero, via Branciforti lato Iacp e zona Cutignano lato Iacp. Quella bozza di delibera non divenne mai atto ufficiale nonostante i documenti inviati dalla Regione Campania perché diverse sedute convocate dal primo cittadino andarono deserte “perdendo la possibilità – ha detto la fascia tricolore – poi di poter concretamente avere una nuova farmacia sul territorio”.
Ora con l’avvento della nuova amministrazione quel disegno è stato ripreso fino all’adozione della delibera di giunta 58 di aprile. Tutto normale? Manco per niente. L’opposizione ha esposto tutti i dubbi sulla dichiarazione di Arvonio: quelli della Regione erano solo inviti, solleciti ma non diffide altrimenti sarebbe intervenuta laddove l’amministrazione non avesse completato l’iter. Altro punto riguarda il parere dell’Asl che – sottolinea Capolongo – “è successivo alla bozza di delibera e non preventivo”. Inoltre, questione ben più importante, è stata evidenziata una differenza “evidente tra la planimetria su cui si è espressa l’Asl e quella poi effettivamente inserita nella delibera: ragion per cui è stato chiesto che in autotutela la delibera venga annullata perché il parere Asl riguarda altra planimetria e che il Consiglio stesso debba dare indicazioni in tal senso”. Una situazione che ha bloccato l’assise con consiglieri di maggioranza (visibilmente sorpresi e contrariati), presidenza del consiglio e segretaria a confrontare carte, cartine e fotocopie senza trovare il bandolo della matassa. La minoranza ha chiesto poi di firmare gli atti inseriti nel carteggio dell’assise che dovranno essere controllati proprio per verificare l’errore e chi lo ha commesso. “Ci sono incongruenze sostanziali“ dichiarano alla fine i consiglieri di minoranza consegnando “copia della planimetria vidimata che fa parte della riunione del 6 luglio e che è difforme da quella inserita nella delibera di giunta e da quella inviata all’Asl”. Dimenticanza? Errore? Entrambi? In ogni caso, troppo davvero.