AVELLA- Bollette pazze, polemica impazzita, poi l’apparente tregua. Succede ad Avella dove le opposizioni la scorsa settimana hanno segnalato un caso “bollette pazze” riferito al consumo idrico delle famiglie. “Negli ultimi giorni- hanno spiegato Pellegrino Palmieri e Stefano Gentile, consiglieri di opposizione- ai cittadini avellani sono state recapitate le bollette idriche calcolate in base al nuovo regolamento introdotto dalla giunta Biancardi, che tiene conto dei consumi e non più, come in precedenza, delle quote procapite. A conti fatti, ciò che sembrava un risparmio per i cittadini, perché si scongiurava il rischio eccedenze, in quanto si diceva che avrebbe pagato di più chi sprecava, a fronte di un risparmio per i più attenti, si è tradotto in un salasso per le famiglie, perché le bollette recapitate corrispondono in alcuni casi ad aumenti superiori al 50%”.
A fronte degli aumenti, lamentano i consiglieri, nessun miglioramento del servizio idrico. Inoltre le nuove tariffe sarebbero superiori a quelle applicate dall’Alto Calore, ente gestore in altri comuni d’Irpinia e anche del Mandamento. Alla polemica si è unita anche il consigliere di opposizione Vincenza Luciano, che con i colleghi di minoranza ha affrontato la questione.
Nella giornata di ieri il dietrofront dell’amministrazione Biancardi, che ha ‘richiamato’ le esose fatturazioni del servizio idrico riservandosi di rideterminare le tariffe. Un salvataggio “in calcio d’angolo” commenta Luciano: “Quando Pellegrino Palmieri mi ha sollecitata a studiare con lui la questione delle bollette pazze dell’acqua io non potevo credere che avevano fatto un errore così madornale. L’impegno dell’opposizione ha salvato la situazione”. La Luciano ha poi chiesto le dimissioni dell’esecutivo avellano responsabile a suo dire di quanto avvenuto.