lunedì, Novembre 25, 2024
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I campani sono i cittadini che vivono di meno in Italia: arriva campagna per invertire rotta

NAPOLI – La Campania, Regione dove si registra la più bassa aspettativa di vita in Italia, diventa il laboratorio della prevenzione nella terza età. Una terra di paradossi perché pur essendo la Regione più ‘giovane’, con un’età media dei suoi abitanti di 40 anni contro i 43 del resto de Paese, è anche quella dove si vive un anno e mezzo di meno rispetto alle altre regioni italiane e con il più alto numero di anziani con malattie cardiovascolari, diabete, artrosi e demenze. E sarà proprio la Campania la prima protagonista di una campagna di educazione e sensibilizzazione alla prevenzione nella terza età, promossa dal ministero della Salute, che ha l’obiettivo di ridurre il rischio di malattie croniche negli over70 con uno stile di vita sano, all’insegna del motto ‘non è mai troppo tardi’. Al via il 7 Aprile in tutta la Regione, la campagna prevede la distribuzione di opuscoli informativi nelle Aziende sanitarie e nelle farmacie, oltre che la prossima proiezione di videomessaggi nelle metropolitane. Si punta ad invertire, finalmente, la rotta, considerando che a dispetto delle politiche sanitarie regionali adottate per limitare il peso delle malattie croniche, come ad esempio il Progetto Igea nato per contrastare il diabete e poi esteso a tutte le cronicità, Napoli è la città italiana dove è più elevata la percentuale di anziani che soffrono di tre o più malattie (57%) o ricoverati nel corso dell’ultimo anno (32%). ”Nonostante siano stati attivati numerosi interventi di politica sanitaria regionale per migliorare la gestione clinica degli anziani, nella nostra Regione gli stili di vita sbagliati, radicati nelle abitudini dei cittadini, mettono a rischio la salute della popolazione – spiega Giuseppe Paolisso, ordinario di Medicina Interna e Geriatria della Seconda università di Napoli, coordinatore della campagna e presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia”. In Campania, secondo i dati dell’Agenzia Regionale di Sanità, l’artrosi limita la vita quotidiana del 74% degli anziani, contro il 69% nel resto d’Italia; la mortalità cardiovascolare supera il 40%, mentre nel resto del Paese si attesta al 35%; gli over 70 con diabete sono il 20%, contro il 14% nelle altre Regioni; perfino le demenze sono più diffuse e riguardano l’8% degli anziani anziché il 5-6% come accade altrove. Il motivo di questa vulnerabilità è da ricercare nello stile di vita dei campani, che non a caso vantano il poco invidiabile primato dell’obesità infantile per colpa di sedentarietà e dieta inadeguata. Uno stile di vita sbagliato da giovani si traduce poi inevitabilmente in cattive abitudini anche nella terza età: così meno del 30% degli anziani cammina regolarmente e la compagnia preferita per il tempo libero resta la televisione davanti alla quale il 73% trascorre non meno di tre ore al giorno. Il 67% non è mai andato al cinema, a teatro o a un concerto nell’ultimo anno e appena il 2%% si è dedicato ad attività creative o formative come corsi di inglese, computer o di cucina. Tutto questo indica che c’è ampio margine per migliorare la vita di questi anziani: camminare 20/25′ al giorno, usare il meno possibile l’ascensore, consumare frutta e verdura almeno 2 volte al giorno e mangiare pesce azzurro, limitando il consumo di carni rosse serve moltissimo ad allontanare le malattie e la disabilità. La campagna del ministero della Salute punta a far conoscere il potere della prevenzione, il mezzo più utile, efficace e meno costoso per ridurre le patologie che affliggono gli anziani campani, sottolineando che si può iniziare a vivere meglio anche a 70 anni e oltre. “Nell’immaginario collettivo l’anziano non può fare molto per prevenire le malattie, ma non è affatto così – sottolinea Paolisso – Anche a 70 anni si può fare esercizio fisico e iniziare a mangiare sano, per ridurre la quota di patologie e i ricoveri ospedalieri ma anche e soprattutto per vivere più in salute e più a lungo. La campagna spiegherà quali attività fisiche sono consigliabili e come praticarle, come scegliere la dieta più adatta a seconda del proprio profilo di malattia, quali cibi prediligere e così via. La speranza è ottenere risultati tangibili in termini di miglioramento della salute collettiva e riduzione dei costi sanitari: se accadrà, la speranza è esportare questo modello anche nel resto d’Italia per educare alla prevenzione tutti i nostri over 70”.  (Adnkronos)

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