di Bianca Bianco
NOLANO- Al grido di “parità di genere nella legge elettorale”, a livello nazionale è già partita la marcia bipartisan delle deputate e senatrici italiane. Brandendo la Costituzione, ed in particolare l’articolo 3, le parlamentari invocano in maniera trasversale che nell’Italicum sia promossa la presenza femminile nella politica attiva. C’è pure una sottoscrizione on line cui si può aderire su twitter (@paritadigenere). Insomma, la storia vecchia come il mondo politico italiano, quella relativa alla scarsa presenza femminile nelle stanze dei bottoni e tra i rappresentanti del popolo, torna in auge all’indomani del giuramento del Governo più ‘rosa’ mai avuto in italia, composto di 8 uomini ed 8 donne nel pieno rispetto delle pari opportunità.
Ma se a Roma le donne marciano per un riconoscimento del loro ruolo nella politica, nei territori, a livello locale, una risposta al machismo delle rappresentanze c’è già stata. E’ stata la legge numero 215 del novembre 2012 ad imporre ai Comuni le quote rosa. La legge prevede che in quelliche hanno tra 5mila e 15mila abitanti nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati. Alle ultime elezioni Comunali dunque gli elettori hanno potuto esprimere già la preferenza ‘di genere’, votando un uomo ed una donna della stessa lista. Una riforma che ha ‘pompato’ la presenza del gentil sesso nelle aule consiliari.
Lo dimostra l’area nolana, in cui storicamente le donne sono mal rappresentate in politica. Nessun sindaco donna, poche elette, scarsa partecipazione alla cosa pubblica. Poi, con la legge sulle quote rosa, il primo exploit femminile e femminista a Cicciano. L’elezione del maggio 2013 è stata per la città del Palio la prima con le nuove norme. Risultato: nell’assise cittadino c’è oggi una folta rappresentanza di politici ‘in gonnella’. Maria De Riggi è il vicesindaco, in maggioranza siedono Annalisa Casoria, Teresa Covone, Lucia Marotta, Veria Vassallo; all’opposizione c’è Felicia Delle Cave. Potere della legge 215, basta raffrontare l’Arvonio bis con la prima esperienza del sindaco, l’anno precedente , per comprendere la svolta segnata dalle quote rosa. Nel primo mandato di Raffaele Arvonio non c’era nessuna donna in giunta, né in Consiglio.
Una legge fa primavera, dunque. Ma non cambia la realtà delle cose. Per promuovere la presenza femminile tra i banchi delle aule consiliari serve una imposizione legislativa, serve scriverlo in una norma, serve dare una regola per tutti. Ed è ancora l’area nolana a dimostrarlo. Basti vedere come sono attualmente composti i civici consessi che non hanno ancora subito la spinta della legge sulle quote rosa o di quelli che non sono toccati dalla nuova normativa. Diamo qualche numero: