sabato, Novembre 23, 2024
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Primarie, Gianluca Napolitano: Nola deve ringiovanire, buttiamo i feudatari giù dalla torre

Gianluca Napolitano
Gianluca Napolitano

di Bianca Bianco

NOLA- Un giovane al comando della città. Perché no? Questo si sono detti i componenti di Sel e Città Viva che hanno deciso di puntare su un sindaco junior. Con i suoi 30 anni (quasi 31) Gianluca Napolitano è il più giovane tra i candidati alle Primarie di “Nola che cambia”. Nella vita è formatore, conosce bene il precariato perché ci convive, dice, da quando è entrato nel mondo del lavoro. In tasca ha anche il tesserino da giornalista pubblicista, “ma per me non è un mestiere, solo un hobby”.  Anche la sua campagna elettorale è iniziata nel segno dello “svecchiamoci”: al bando i dibattiti ingessati, sabato alle 18 si presenta alla città con un aperitivo in via Fonseca.

Napolitano ha nel curriculum già una certa esperienza. E’ stato consigliere di opposizione per il movimento “Città viva”, da anni fa politica dalla ‘casa’ dei progressisti nolani, la vivacissima “Fonseca 30” ed è impegnato in tematiche di stringente attualità come la questione acqua pubblica.

Anche a lui abbiamo posto le dieci domande del giornalelocale.

Perché ha deciso di candidarsi alle Primarie?   

Perché me lo hanno chiesto. A farlo è stato il gruppo di Città Viva e Sinistra ecologia e Libertà. Loro mi hanno chiesto di candidarmi, anche per dare un segnale di svecchiamento della politica locale”.  

Da dieci anni vince il centrodestra. Perché è troppo forte numericamente o perché l’alternativa non ha mai saputo organizzarsi? 

“Spero che sia l’ultima volta che mi fate questa domanda. A parte gli scherzi, io credo che il centrodestra abbia finora vinto perché più organizzato e perché ha da venti anni un padre-padrone che ha fatto il bello ed il cattivo tempo nel nostro territorio, trasformandolo in feudo. Il loro è un sistema rodato di clientele e di rapporti di favore. C’è certamente anche una responsabilità del centrosinistra, ma è la stessa che hanno tutti i grandi partiti la cui deriva ha allontanato i cittadini dalla politica”.

Nel suo programma da candidato sindaco cosa c’è al primo posto per Nola? 

“Nel mio programma elettorale c’è una vecchia, importantissima storia: quella dell’acqua pubblica e della ripubblicizzazione del servizio. Una questione oggi ancora più attuale viste le recenti nomine alla Gori, quelle di Laboccetta e dell’ex sindaco di Marigliano e fedelissimo di Paolo Russo Antonio Sodano. La battaglia per l’acqua pubblica è anche simbolica, perché vale come battaglia per tutti i servizi pubblici locali: dai trasporti alla raccolta rifiuti”.

Come giudica l’operato dell’amministrazione Biancardi? Salva qualcosa degli ultimi 5 anni? 

“L’amministrazione Biancardi è stata fallimentare, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Hanno voluto mantenere per cinque anni un equilibrio, ed oggi si stanno scannando al loro interno. Se devo salvare qualcosa, salvo solo il lavoro fatto a Polvica. Spero che il prossimo sindaco faccia per Nola quello che in questi cinque anni questa amministrazione ha fatto per una sua frazione”.

Un aggettivo per definire i tre sfidanti. 

“Costagliola è il battitore libero, Passaro è il rinnovatore nella continuità e Tripaldi è coinvolgente”

Gioco della torre: chi butterebbe dei tre?

“Me li tengo tutti sulla torre e se sale Paolo Russo butto giù lui”.

Se vince le primarie i tre perdenti faranno parte della sua squadra per le elezioni? 

“ Le primarie sono una competizione interna, lo spirito è dunque quello della collaborazione che continuerà anche dopo. La squadra è una sola. In una ipotetica Giunta con me sindaco darei a Maurizio Costagliola la delega alla Cultura, a Ciccio Passaro quella, delicatissima, alla riscossione tributi ed a Maria Franca Tripaldi quella al Piano Traffico”.

Quali sono i cardini del suo programma elettorale? 

“Rinnovamento della macchina comunale, e soprattutto svecchiamento della stessa: un’esigenza dopo il terremoto Mandatopoli che ha scosso le fondamenta della Casa comunale. E poi ambiente, servizi pubblici e lavoro. Un sindaco non deve dare posti di lavoro ma creare opportunità di lavoro”.

Cosa significa essere nolano, oggi? 

“Significa vivere in una città in cui è difficile abitare perché la qualità della vita è diminuita. Una città in cui c’è tanto orgoglio per i proprio passato ma dovrebbe essercene altrettanto per il proprio presente e futuro”.

Nola che cambia, ma in cosa deve cambiare Nola? 

“Devono cambiare i ruoli chiave nel potere. Chi ci amministra e gestisce è lì da 50 anni, si passa di padre in figlio. E poi deve cambiare la mentalità dei cittadini che non possono continuare a sostenere i responsabili dello sfascio o a far finta di non vedere”.

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