di Vincenzo Avallone (Maidirecalcio.com)
Quella tra Hellas Verona e Napoli è certamente una delle rivalità più accese e sentite del nostro calcio. Ma forse anche una delle meno analizzate e conosciute. Sì perchè l’acredine tra le due tifoserie ha radici storiche e culturali che poco hanno a vedere col mondo del pallone; infatti la discordia rientra nel clima ostile del famigerato “triangolo antimeridionale Bergamo – Brescia – Verona”. Molti accettano la singolare “tradizione”, senza approfondire sui motivi di questa accesa e scomposta “inimicizia” che troppo spesso ha avuto come protagonisti attivi soprattutto i sostenitori gialloblù che hanno spostato sul rettangolo verde il loro astio culturale e “sociale” nei confronti di ciò che è “meridionale” per eccellenza.
Sul campo da gioco però tutto comincia nella lontana stagione 1961-1962, quando alla vigilia di un Verona-Napoli di Serie B, la società azzurra fu accusata per un illecito messo in atto per vincere la partita, avendo alcuni personaggi molto vicini al Napoli contattato giocatori gialloblù, tra cui il portiere Ciceri. Il Napoli però, grazie ad un suo dinamico e astuto dirigente Gigino Scuotto, riuscì a cambiare molte carte in tavola e a cavarsela. Il tentativo di illecito fu considerato infatti alla fine una “iniziativa personale” di un aspirante dirigente del Napoli che voleva fare carriera nel mondo nel calcio. Il Napoli ebbe il tempo per discolparsi, si dice non senza furberie e manomissioni di prove, perchè per fortuna la partita in programma il 27 maggio, fu rinviata a fine campionato, 17 giugno, per un violentissimo temporale. Vinsero poi egualmente e regolarmente gli azzurri (1-0 con gol di Corelli) che vennero così promossi proprio a danno del Verona che si classificò a un punto dal Napoli, al quale sarebbe bastato un pari per salire in A.
Dai campi da gioco poi si passa agli sgambetti di mercato dietro le scrivanie quando nel 1970 Ferlaino, all’epoca non ancora presidente del Napoli ma solo un dirigente, aveva ormai firmato l’accordo col centravanti del Verona Clerici, messo sul mercato dai gialloblù poichè la società non attraversava un buon momento economico. Ma davanti al rifiuto dell’allora presidente del Napoli, Lauro, di spendere troppi soldi, Ferlaino decise di strappare il contratto dell’attaccante davanti agli occhi del patron del Verona Garonzi che non riuscì più a piazzare il suo centravanti lasciando la società in guai economici.
L’astio dei veronesi nei confronti del Napoli poi raggiunge il picco a cavallo tra la fine degli anni 70′ e metà anni 80′; un decennio in cui gli azzurri rifilarono sonore batoste ai colleghi gialloblù. Si comincia nel 1976 quando il Napoli impedì al Verona di conquistare la Coppa Italia nella sua prima finale di Coppa della storia gialloblù, mortificando e sbeffeggiando all’Olimpico i veronesi con un sonoro 4-0. Nel 1983 il calciatore brasiliano Dirceu (un numero 10 che giocò 3 mondiali e 3 olimpiadi con la Seleçao) passa dal Verona al Napoli. I veronesi lo salutano così: “Dirceu ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel Continente Nero“. Sempre a proposito di sonore sconfitte è il caso di ricordare il 5-0 (1985-86) impreziosito da un gol speciale e vendicativo di Maradona (Diego l’anno prima era stato umiliato a Verona da un 3-1 al suo esordio in Italia). Il povero Giuliani (che poi sarebbe venuto a difendere la porta del Napoli) fu uccellato con un diabolico tiro da 45 metri del Pibe.
In tempi più moderni l’episodio più increscioso accade nella stagione 2006/07quando sia Napoli che Verona militavano nella serie cadetta. A fronte di una imprevista sconfitta casalinga (1-3) , ed in assenza sugli spalti dei tifosi napoletani, tenuti lontani dal “Bentegodi” per ragioni di sicurezza dal Prefetto veronese, un centinaio di sostenitori veneti hanno sfogato l’ira per la sconfitta casalinga contro i giornalisti napoletani, sistemati in Tribuna Stampa, con lancio di sputi, bottigliette, ingiurie e oggetti vari, dopo che uno di loro aveva osato esultare al secondo gol del Napoli . E’ stato necessario ricorrere alle forze dell’ordine per contrastare la violenza e calmare gli animi esageratamente alterati per la sconfitta.
Ma la rivalità tra Hellas e Napoli per fortuna non è solo violenza, insulti e razzismo ( lo striscione dei tifosi veronesi “Benvenuti in Italia” rivolto ai napoletani in trasferta a Verona, rimane quanto di più becero potesse esserci nel calcio nostrano); ma è anche goliardia e ironia tipica del popolo partenopeo. Infatti come dimenticare quando, durante il campionato 1988/89 dalla curva B del San Paolo si levò l’ormai famoso e lunghissimo striscione “Giulietta è ‘na … e Romeo è …!”, striscione circondato da una marea di allusive banane.
fonte: https://www.maidirecalcio.com/2014/01/11/verona-napoli-storia-di-una-rivalita-che-va-oltre-il-calcio.html