di Isabella Savinelli
“Supponiamo che un giorno vi facciate una passeggiata a Napoli, in via San Gregorio Armeno; ebbene quel giorno anche voi finireste col pensare che Gesù è nato da queste parti. Basterà l’atmosfera di quel luogo a suggerirvi che qui hanno avuto origine il presepe e il culto per la Natività. Dite quello che volete, ma Gesù è nato a Betlemme solo una volta, e a Napoli tutte le altre”. Così parlò Luciano De Crescenzo nel suo ultimo libro “Gesù è nato a Napoli. La mia storia del presepe”, uscito il mese scorso, edito dalla fedelissima Mondadori. Ingegnere, regista, attore e scrittore, De Crescenzo, con un occhio antropologico, ha raccontato la storia di uno dei più importanti simboli della storia folkloristica di Napoli: il presepe.
Nelle prime pagine l’autore racconta il culto del presepe nella suggestiva strada di San Gregorio Armeno, dove è possibile osservare i capolavori creati dagli artigiani presepisti che portano in tutte le case non solo la magia della Natività, ma anche un po’ di fantasia: ai tradizionali personaggi del presepe si affiancano uomini e donne della politica, dello sport, dello spettacolo, compreso, con suo stupore, Luciano De Crescenzo stesso. In fondo, il culto della Natività è nato a Napoli: lo sapeva il grande Virgilio che, proprio durante il suo soggiorno napoletano, compose la IV Egloga in cui parlò della nascita di una nuova progenie mandata dall’alto e di un puer che avrebbe portato la pace in tutto il mondo; ne era convinto Goethe, che ha descritto con entusiasmo l’usanza napoletana di riprodurre nel presepe la scena della natività inserita nel paesaggio cittadino, e anche Edoardo De Filippo che lo vede come un momento per tenere legata la famiglia. I personaggi del presepe, ad un certo punto, si animano e prendono parola: i Re Magi, Cicci Bacco, Stefania, il bue, l’asinello, il Pastore della Meraviglia chiacchierano e discutono in un basso napoletano e con loro c’è anche Benino che, rivolgendosi allo stesso autore, chiude il libro raccontando il suo sogno in cui, tra un bagliore accecante e lo stupore della gente, è nato Gesù.
Definito uno scrittore divulgatore per la sua capacità di rendere qualsiasi argomento alla portata di tutti, Luciano De Crescenzo, con il suo celebre umorismo, con profonde parentesi autobiografiche e con una scrittura intrisa di arcaicità e modernità, racconta la storia del presepe a Napoli richiamando la classicità greca e latina e la contemporanea e caotica città partenopea. Fondamentale è la differenza tra due tradizioni natalizie: l’albero, che dà gioia solo al momento in cui si illumina, ed il presepe che, invece, è più sentito perché man mano che ogni personaggio vi prende posto riaffiora magicamente, pezzo dopo pezzo, la profonda religiosità che accompagna il Natale. L’autore crea, qui, una vera e propria teoria: gli alberisti tengono in gran conto la forma, il denaro ed il potere; i presepisti l’amore e la poesia; gli uni sono consumisti e gli altri sentimentalisti e lui parteggia per la profondità di spirito dei secondi tant’è che, subito dopo, racconta, con entusiasmo e trasporto, la storia dei pastori più importanti del presepe napoletano. De Crescenzo, quindi, come un moderno Virgilio, accompagna ogni lettore all’interno di una tradizione antica e viva del nostro paese e ci dice che Gesù è nato a Betlemme solo una volta e che tutte le altre volte è nato a Napoli, ma non nella “terra dei fuochi”, in quella Napoli di sempre, verace e intensa, degna di accogliere le meraviglie e gli stupori del grande miracolo per l’umanità. Sarà, questo, un augurio ed una speranza, a tutti, di un buon Natale.
AUTORE: Luciano De Crescenzo
TITOLO: Gesù è nato a Napoli
EDITORE: Mondadori
ANNO: 2013
PAGINE: 112
PREZZO: 15.00 €