Un’altra tragedia sul lavoro scuote la provincia di Napoli. Nicola Sicignano, 51enne di Gragnano, ha perso la vita nella serata di lunedì all’interno dello stabilimento SB Ecology di Sant’Antonio Abate, specializzato nel trattamento dei rifiuti. L’operaio, regolarmente assunto da circa sei mesi, sarebbe rimasto incastrato nel nastro trasportatore della linea di lavorazione: prima la mano, poi il braccio e infine la testa sarebbero stati risucchiati dal macchinario, senza lasciargli scampo. Al momento dell’incidente, all’interno dell’azienda erano presenti altri due dipendenti, ma nessuno di loro si trovava nelle immediate vicinanze della vittima. L’intera scena sarebbe stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza dello stabilimento, ora al vaglio degli inquirenti.
LE INDAGINI – La Procura di Torre Annunziata, con il procuratore Nunzio Fragliasso e il sostituto Andreana Ambrosino, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo al momento a carico di ignoti. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia e del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, con il supporto del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli e dell’Asl Napoli 3 Sud. Un’ampia area dell’azienda è stata sequestrata per consentire accertamenti tecnici, in particolare sul macchinario che ha causato la morte dell’operaio. Gli investigatori stanno verificando anche il rispetto delle norme di sicurezza, la regolarità delle autorizzazioni e il ruolo effettivo svolto da Sicignano all’interno dello stabilimento, per chiarire se fosse autorizzato a trovarsi nei pressi di quel macchinario. Nel frattempo, la salma del 51enne, sposato e padre di due figli, è stata trasferita all’obitorio del Policlinico di Napoli, dove nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Gli inquirenti analizzeranno anche le immagini delle telecamere interne per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente.