Nel 1582, Giordano Bruno pubblicava a Parigi Il Candelaio, commedia scritta in un mix di lingue per renderla più accessibile. Oggi, nel 2025, con lo stesso intento di divulgare il pensiero del filosofo nolano, nasce Specchio, un monologo rigorosamente in dialetto napoletano, che invita alla riflessione sulle idee dell’eretico che scelse la morte sul rogo di Campo de’ Fiori per difendere la libertà di espressione. L’opera è firmata da Nando Silvestri, economista con una profonda passione per letteratura, poesia e filosofia, e legato a Giordano Bruno anche per le sue radici nolane. Specchio è un’intima confessione di Carubina, personaggio del Candelaio, moglie tradita che si confronta con il proprio destino. Attraverso il suo sfogo, Silvestri porta in scena temi cari al pensatore rinascimentale: la relatività del tempo, l’amore, i difetti umani e la verità nascosta dietro le apparenze.
Lo stile del monologo richiama quello bruniano, non solo nei contenuti ma anche nella scelta linguistica. Giordano Bruno, infatti, utilizzò nel Candelaio latino, italiano, toscano e napoletano, proprio per raggiungere un pubblico più ampio. “La scelta del dialetto napoletano – spiega Silvestri – è stata inevitabile e strategica. La versione in italiano del monologo, pur essendo utile a diffondere le intuizioni bruniane, non ha la stessa forza espressiva. Il napoletano è una lingua che sedimenta esperienze storiche e culturali uniche, capaci di cogliere sfumature altrimenti inesprimibili”. Un passaggio del monologo recita:
“Nunn è peccat…o fuoco ca se sent! Scorrn pensier senza scuorn, l’acqua e na surgent: je so a terra, tu a semment. Vinticinc primmavere so passat inutilmente, è tropp che aspett stu mument. Che so annanz a Dio na vita, na semmana?”
Silvestri sottolinea come Giordano Bruno ritenesse che tutte le creature dell’universo condividano la stessa sostanza, ma l’uomo possiede ragione e mani per agire. Un concetto che emerge chiaramente dai versi del monologo, in cui si invita a vivere con consapevolezza prima che sia troppo tardi. L’autore, laureato in Economia e Commercio all’Università Federico II di Napoli, vanta una lunga esperienza nell’insegnamento e nell’assistenza didattica. Vincitore di diversi premi di poesia in vernacolo, ha portato il suo libro Echi, Guadi e Riflessi anche a teatro, con una rappresentazione curata dal Teatro Civico 14 di Caserta.