Sesso per evitare lo sfratto. È l’accusa mossa dalla Procura di Nocera Inferiore nell’ambito dell’inchiesta che, ieri mattina, ha portato all’arresto di un ufficiale giudiziario. L’uomo, in servizio presso il tribunale nocerino, è finito ai domiciliari. Nell’inchiesta risultano indagate anche una dozzina di altre persone tra imprenditori, avvocati e privati che avrebbero agito da intermediari nella vicenda. I fatti sarebbero avvenuto tra luglio e settembre 2022.
Le indagini dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore e dei militari del nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno sono scaturite da un’attività d’iniziativa, supportata poi da una denuncia di una delle vittime. Gli investigatori hanno ricostruito due episodi in cui il pubblico ufficiale, sfruttando la condizione di disagio socio-economico di alcune donne, avrebbe prospettato l’esecuzione immediata dello sfratto se non avessero assecondato le sue pretese sessuali. In altri casi, invece, ci sarebbero stati degli ‘approcci’. L’ufficiale giudiziario, infatti, si occupava dell’esecuzione forzata delle procedure di sfratto e delle notificazioni, fasi fondamentali sia nel procedimento penale che civile. Da questo, secondo la Procura di Nocera Inferiore, sarebbe scaturito “un sistemico quadro di mercimonio della funzione pubblica”.
L’uomo è ritenuto responsabile di concussione sessuale aggravata, violenza sessuale aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione in atti giudiziari. Agli atti, inoltre, ci sarebbero anche delle ‘regalie’ ricevute dal pubblico ufficiale sempre nell’ambito della sua attività. Dagli accertamenti della Guardia di Finanza, infatti, è emersa una sproporzione tra i beni posseduti e le fonti di reddito lecite dell’indagato. Scenario condiviso dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore che ha disposto il sequestro preventivo “per sproporzione” di beni per un valore superiore a 150mila euro tra titoli, depositi ed un motoveicolo.
Le indagini coordinate dalla Procura nocerina, guidata dal procuratore Antonio Centore, hanno consentito di far emergere anche “un grave quadro di apertura e immediata disponibilità” da parte di avvocati, imprenditori e privati. Complessivamente una dozzina di persone che, da quanto si apprende, avrebbero agito da intermediari nel formulare o accettare proposte corruttive. Uno scenario che aveva spinto la Procura di Nocera Inferiore a chiedere il carcere per l’ufficiale giudiziario e l’applicazione di misura cautelare per altri indagati. Richieste che non sono state accolte interamente e che saranno oggetto di appello da parte della Procura.