Un appuntamento per mantenere accesi i riflettori della memoria. È con questo spirito che l’8 settembre al museo storico-archeologico di Nola, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Nola, Infiniti Mondi, il Comune di Nola e l’Anpi area nolana presenteranno alle 17,30 il volume “1943-2023. 80 anni dopo l’8 settembre. Quei giorni tra Nola, San Paolo Bel Sito, Acerra”.
L’opera, edita da “Infiniti Mondi”, rivista diretta da Gianfranco Nappi, nella nuova collana “Bruniana” è curata da Carmine Piscitelli, docente al liceo “Albertini” di Nola ed esperto di storia, da anni impegnato nello studio e nella divulgazione di fatti e personaggi di quegli anni terribili legati al nostro territorio. La presentazione, coordinata da Angelo Amato de Serpis, si aprirà con i saluti del sindaco Carlo Buonauro, di Giacomo Franzese, direttore del Museo storicoarcheologico, di Mariella Vitale, vice presidente Anpi zona nolana, di Gianfranco Nappi, direttore di Infiniti mondi. Dopo l’introduzione di Carmine Piscitelli, interverranno il generale Carmine Sepe, capo di Stato Maggiore del comando Forze operative sud, e Giovanni Cerchia. Gianfranco Nappi ha curato il progetto editoriale di “Bruniana”, collana che mira “a tenere nel mirino della ricerca e della narrazione l’insieme della società. Alto ma anche molto basso”, così da presentare “il mondo popolare e del lavoro, tradizioni e lotte, rotture e dipendenze, culture….”. È prevista entro l’anno, evidentemente frutto della prospettiva ‘alta’ della collana, per il centenario della nascita di Aldo Masullo, la pubblicazione di una selezione dei suoi interventi parlamentari.
Il primo volume pubblicato, promosso dall’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, in collaborazione con l’Anpi zona nolana, è relativo alle stragi e devastazioni nazi-fasciste compiute subito dopo l’armistizio tra Nola, Acerra e San Paolo Bel Sito. In questo paese, alle falde della collina di Cicala, i nazisti bruciarono barbaramente l’Archivio storico di Napoli che era stato trasferito nell’antica Villa Montesano proprio per essere preservato. Il volume fa seguito ad un altro testo, pubblicato sempre da “Infiniti Mondi” e curato da Piscitelli insieme alla ricercatrice dell’Istituto Storico di Modena, Giulia Dodi: “Francesco Vecchione: la normalità ed il coraggio”. Francesco Vecchione, originario del Bel Sito, Capo di Gabinetto della Questura di Modena, negli anni tra il 1943 e il 1944 salvò molti ebrei modenesi dalla deportazione e dalla morte (https://www.comune.modena.it/ salastampa/archivio- comunicati-stampa/2023/1/ giorno-della-memoria-2-il- coraggio-di-francesco- vecchione).
Il libro 1943-2023 […] racchiude alcuni interventi e saggi di vari studiosi, cui fanno seguito una serie di documenti, alcuni inediti. Sarebbe troppo lungo elencarli tutti, ma ai meriti del volume va ascritta la riproposizione di un testo-documento raro, quello del colonnello Achille Carbone, testimone oculare dei fatti: Le tragiche vicende di Nola del 10-11 settembre 1943, apparso una prima volta nel 1967.
Il volume, dopo la prefazione di Piscitelli e di Gianfranco Nappi, si apre con un intervento di Guido D’Agostino, che richiama i fatti dell’eccidio degli undici ufficiali avvenuto l’11 settembre del ’43. All’ordine di “consegnare le armi” dato dai tedeschi agli ufficiali italiani era seguita una reazione con “la morte di un tedesco”, cui fa seguito la criminale rappresaglia nazista. D’Agostino evidenzia l’importanza della memoria, soprattutto della “memoria condivisa”, per poter, in un orizzonte critico, “mettere in discussione il ‘presente impresentabile’”. Segue l’intervento di Giovanni Notaro e Mariella Vitale (a nome della ANPI nolana) che è una sintesi delle varie iniziative del “percorso della sezione” con “al centro proprio la memoria” di quegli eventi, della lotta nolana contro i nazi-fascisti, percorso che trova l’apice, in una congiunzione ideale, con il volume di Ciro Raia ¬(coordinatore regionale ANPI) sulla insurrezione popolare delle Quattro Giornate di Napoli, pubblicato da Guida.
La relazione di Candida Carrino, direttrice dell’Archivio storico di Napoli, e quella a seguire di Carmine Piscitelli, delineano il quadro di riferimento della distruzione dell’Archivio in Villa Montesano. Delle 866 casse, delle 54.372 pergamene e degli oltre 30mila codici e libri, in cui era racchiusa la Storia del Mezzogiorno, si salvò ben poco. Fa bene Piscitelli a richiamare le parole di Benedetto Croce dopo il barbaro rogo nazista teso a cancellare la memoria di una nazione (che è quello poi che ogni criminale aggressione-occupazione, dico per inciso, fa ancora oggi, con distruzioni e riscritture della memoria, manipolazioni della storia delle vittime): “sono con l’animo di chi ha visto morire la persona più cara, ma con la mente di chi misura l’immensità della perdita per la nostra tradizione e per la scienza storica”.
L’intervento conclusivo del volume, sull’eccidio di Acerra ‒ la strage nazista più grande in Campania dopo le Quattro Giornate, 88 morti più altre vittime mai accertate tra il 1 e 3 ottobre del ’43 ‒ è affidato a Tommaso Esposito, che sottolinea come la memoria di questi tragici eventi sia rimasta oscurata per molti anni; solo nel 1975, infatti, furono pubblicate le testimonianze del Vescovo Nicola Capasso e del Commissario Prefettizio Nicola Petrella, ora ristampate nel volume. Esposito rievoca anche la figura del colonnello Michele Ferrajolo, “l’eroe acerrano” che “fu uno dei primi militari dell’esercito italiano caduto sotto il fuoco dei tedeschi all’indomani dell’armistizio”. (Carlangelo Mauro)