venerdì, Dicembre 27, 2024
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Truffa sui bonus Covid per lo sport, 100 persone indagate

Una truffa da 400mila euro sui bonus per collaboratori delle associazioni sportive durante il Covid con cento persone indagate: è un primo bilancio dell’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha chiesto e ottenuto dal Gip l’emissione di un decreto di sequestro di conti correnti riconducibili a tutti gli indagati per un importo pari al valore del raggiro. L’inchiesta è partita da alcuni accertamenti realizzati dalla Guardia di Finanza di Caserta su un’Asd (associazione sportiva dilettantesca) di Macerata Campania, che aveva fatto incetta di bonus durante il Covid.

Proprio l’enorme numero di collaboratori sportivi dichiarati dall’associazione, anche in relazione alla sua attività – promuovere il calcio nelle categorie giovanili e dilettantistiche fino alla Terza Categoria organizzando appositi corsi – ha insospettito i finanzieri, che hanno iniziato ad indagare dopo che il 41enne titolare dell’associazione ha chiesto e ottenuto dall’ente pubblico (Sport&Salute spa) il sussidio per circa 100 collaboratori, producendo altrettanti contratti di assunzione relativi agli anni 2019-2020.

Gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno scoperto, analizzando le chat intercorse tra il titolare e i beneficiari del bonus e la documentazione acquisita perquisendo la sede dell’associazione, che i contratti erano falsi e retrodatati, e che il titolare, insieme al genitore di tre ragazzi che frequentavano il corso di calcio, aveva avvicinato tra il 2020 e il 2021 amici e parenti convincendoli ad associarsi con tessere che riportavano una data precedente a quella del tesseramento per apparire come dipendenti impegnati in mansioni nell’associazione del tutto fantomatiche; nell’Asd c’era un numero di allenatori, massaggiatori o addetti alla segreteria, del tutto sproporzionato rispetto all’attività svolta, e ai finanzieri questa circostanza non è sfuggita; peraltro nessuno dei cento indagati, hanno accertato la Procura e la Finanza, ha mai svolto alcuna attività. Dalle indagini è infine emerso che il bonus veniva diviso a metà tra il titolare dell’Asd e il beneficiario.

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