domenica, Settembre 8, 2024
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Salerno, l’albero della famiglia fa scoppiare la polemica

di Patrizia De Luca *

“Ogni volta che sento lodare le Luci d’artista natalizie salernitane, io puntualizzo che è una città bellissima a cui sta bene tutto. Godo del privilegio di trascorrere molti giorni dell’anno a Salerno, in queste settimane la sua divina grazia è stata offerta a milioni di italiani dalla serie televisiva uscita dalla penna di Diego De Silva. Tra le tante sfaccettature del memorabile personaggio quella che ho più apprezzato è la leggerezza con cui ci ha mostrato cosa può (anche) essere una famiglia oggi, nella sua scomposizione dopo un divorzio e nel suo riassemblaggio con nuovi legami che si innestano in quelli preesistenti, nell’assenza di differenze tra la genitorialità biologica e non biologica, nella gestione emotiva dell’omosessualità di un figlio da parte di padre che, per età anagrafica, è stato cresciuto nelle regole esistenziali del modello patriarcale, smantellando persino il radicato luogo comune del rapporto fra generi e suocere.

Elegante, ho pensato scorgendo da una via laterale l’albero di Natale blu al centro della piazza della stazione di Salerno; avvicinandomi all’installazione ho però notato un dettaglio che ha smorzato il mio entusiasmo. L’albero ha una forma conica, sulla punta c’è un fiocco di neve, altri fiocchi cadono fino alla base composta dall’iterazione di una madre e un padre che intrecciano le loro mani formando un cuore mentre reggono, con l’altra mano, lui la figlioletta e lei il figlioletto. L’albero può essere attraversato, nel cunicolo troviamo la ripetizione della medesima “famiglia perfetta” che nelle intenzioni dell’installatore dovrebbe rendere qualificabile quell’albero con l’albero della famiglia delle luci d’artista di Salerno.

Ho immaginato una scolaresca di bimbetti intorno a quell’albero, la bimba che ha perso la mamma, il bimbo che non ha mai conosciuto suo padre, la ragazzina che vive con due papà, il ragazzino che quest’anno passerà alcuni giorni di festa con papà e altri con mamma perché si sono appena separati, li ho visti girare intorno all’albero e attraversarne la pancia nella vana ricerca della rappresentazione di se stessi.

Ho idea della complessità della procedura amministrativa che prelude all’installazione delle luci, sono sicura che si tratta di uno dettaglio capitato, nessuno ha volutamente chiesto di addobbare l’albero salernitano con la stilizzazione della “famiglia pilloniana”. Sono certa che i funzionari comunali hanno incluso nel contratto una clausola che consente di far fronte a modifiche, si potrebbe chiedere all’installatore di decorare l’albero con altre figure che si tengono per mano, alternando persone di ogni genere e di ogni età, magari anche con qualche animale domestico, trasformare cioè l’albero di Pillon nell’albero di Malinconico, un albero le cui radici sono fatte dalla famiglia come espressione di accudimento e solidarietà umana, nella cui luce chiunque potrà riconoscersi” .

* scrittrice di origini ciccianese autrice del romanzo “Tettagna” edito da edizioni e/o

 

 

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