Attraverso operazioni fittizie avrebbero prodotto artificiosamente un credito di imposta superiore ai tre milioni di euro utilizzato per realizzare ulteriore profitto illecito grazie alla compensazione tributaria. E’ quanto accertato dalle indagini delle Guardia di Finanza di Avellino che hanno portato agli arresti domiciliari, disposti dal gip del tribunale del capoluogo irpino, un professionista contabile e alla denuncia di altri cinque indagati, nei cui confronti è stata emessa la misura interdittiva dagli uffici direttivi e amministrativi di imprese per un periodo tra sei e dieci mesi.
Indagini complesse dalle quali è emersa in particolare la posizione di una società attiva nel settore informatico, con sede legale in provincia di Avellino e riconducibile a prestanome, che per l’annualità di imposta 2018 aveva prodotto false dichiarazioni ai fini dell’Iva nelle indagini è anche emersa la figura di un commercialista pugliese, la cui intermediazione è risultata determinante ai fini della frode, che avrebbe consentito a società , ditte individuali e persone fisiche, residenti su tutto il territorio nazionale, di abbattere i debiti tributari e previdenziali attraverso la compensazione con parte dei crediti di imposta inesistente prodotti dalla società avellinese, consentendo di non versare imposte per due milioni fra il 2019 e il 2020.
Il gip di Avellino ha disposto anche il sequestro preventivo di beni per tre milioni e settecentomila euro nei confronti delle cinque società coinvolte nelle frodi. Gli indagati devono rispondere di dichiarazioni fraudolente, indebita compensazione dei crediti di imposta e occultamento e distruzione di documenti contabili.