Sequestrati beni per oltre 10 milioni di euro e 14 misure cautelari eseguite (tra cui una persona ai domiciliari) nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli su una evasione fiscale mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio di rottami metallici.
I provvedimenti, disposti dal gip del tribunale di Nola su richiesta della Procura, sono stati eseguiti tra le province di Napoli, Salerno e Caserta. Le attività di indagine sono state avviate nel 2019. E secondo quanto ricostruito dagli investigatori sarebbero state create 9 società «cartiere», ossia prive di reale operatività, intestate a prestanomi, sulla presenza di società «filtro» interposte tra le cartiere e i beneficiari della frode, sulla fatturazione di false operazioni di vendita di rottami metallici e, infine, sul ritiro in contanti, in modo frazionato, presso bancomat localizzati in tutta la provincia partenopea, degli importi evasi.
Il sistema così realizzato, secondo gli investigatori, ha consentito alle società beneficiarie, localizzate nel mezzogiorno d’Italia, di creare costi fittizi da inserire in dichiarazione, sottraendo a tassazione complessivamente 43,7 milioni di euro più 9,6 milioni di Iva.
Il Gip presso il Tribunale di Nola ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore, l’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti di altre tre persone tra imprenditori e dipendenti; l’obbligo di presentazione alla P.G. nei confronti di due impiegati che assistevano e avrebbero supportato l’autore del meccanismo evasivo e il divieto di svolgere attività imprenditoriale e di assumere incarichi amministrativi nell’ambito di imprese, per la durata di un anno, nei confronti di 8 soggetti ritenuti essere «prestanomi».