Immortalato mentre gli consegnano un capretto appena macellato, direttamente in ufficio, in cambio di una consulenza per un incidente stradale: sono immagini eloquenti quelle registrate dalla Guardia di Finanza di Napoli che, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Nola, e affiancata dai carabinieri del Nucleo Antifalsificazione Monetaria di Roma, hanno sistemato le telecamere negli uffici del Giudice di Pace di Sant’Anastasia, facendo così luce su un rodato meccanismo fraudolento di assegnazione delle consulenze a periti compiacenti.
Un sistema che favoriva coloro che erano disposti a pagare mazzette e a tal punto disinvolto che, in un’occasione, la consulenza sarebbe stata assegnata persino a un geometra privo dei titoli abilitativi. Su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal facente funzioni di procuratore Arturo De Stefano, i finanzieri di Casalnuovo e i militari dell’Arma hanno notificato gli arresti domiciliari emessi dal gip di Nola a tre cancellieri e a tre avvocati.
Un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato notificato invece al direttore amministrativo pro tempore della cancelleria e, infine, otto divieti di dimora sempre a Sant’Anastasia, sono stati notificati ad altrettanti professionisti, tra medici, geometri e periti assicurativi. I reati, contestati a vario titolo, sono corruzione, occultamento di atti pubblici, falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato e depistaggio.
I cancellieri e gli operatori giudiziari coinvolti erano soliti garantire l’affidamento di incarichi di consulente tecnico d’ufficio a medici, geometri e periti assicurativi compiacenti in cambio di una ricompensa in denaro contante, visite mediche gratuite, tamponi per il Covid-19, buoni carburante, lavori di ristrutturazione e anche in cambio di generi alimentari vari, tra cui il capretto, ripreso nelle immagini diffuse dagli investigatori.
Il “do ut des” si concretizzava nell’Ufficio Giudiziario ma anche a casa degli impiegati. Nei video annessi agli atti vengono documentati i passaggi di denaro, ma anche le visite mediche, eseguite in ufficio, con tanto di apparati per la misurazione della glicemia portati sul posto, e i tamponi per rilevare la presenza del virus Sars-Cov-2, praticati ai cancellieri in particolare durante la fase critica della pandemia.
Sempre facendosi consegnare utilità di vario tipo, anche pizze per tutto il personale presente, i cancellieri concedevano agli avvocati compiacenti il libero accesso agli uffici, la sottrazione dei documenti dai fascicoli e pure la pubblicazione anticipata delle sentenze.
Il reato di depistaggio, infine, viene contestato in relazione a un episodio, anche questo documentato, in cui un avvocato venuto a conoscenza dell’indagine, con la complicità di un cancelliere ha provveduto a rimuovere dagli atti le marche da bollo contraffatte che aveva precedentemente consegnato con valori bollari autentici. L’utilizzo di valori bollati contraffatti viene contestato dai carabinieri di Roma a due avvocati.