venerdì, Novembre 22, 2024
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Cicciano, studenti del liceo Medi incontrano Paolo Siani per discutere di lavoro

CICCIANO – Tanti studenti, molte domande nel ricordo di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985. Al centro “Nadur” di Cicciano, nell’ambito del progetto “Libriamoci” promosso dal dipartimento di Italiano (professoressa Elena Scala) del liceo “Enrico Medi” e voluto dalla preside Anna Iossa, oltre due ore di confronto con l’onorevole Paolo Siani, fratello di Giancarlo, con il quale gli alunni del liceo si sono confrontati sul libro “Il lavoro”, edito dalla Iod edizioni e curato da Isaia Sales, che raccoglie una serie di articoli di Giancarlo. Dopo i saluti dell’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Cicciano Lucia Marotta e quelli della dirigente scolastica, ha preso il via il dibattito con gli interventi dell’editore Pasquale Testa che ha scelto di pubblicare gli scritti di Giancarlo “testimone straordinario di quei tempi con una eccezionale capacitĂ  di analizzare i fatti e anticipare le alleanze criminali”, dei giornalisti Nello Lauro che ha ricordato le figure di Siani e quella di Peppino Impastato sottolineando l’importanza di “tenere vivo il ricordo dei giornalisti uccisi dalle mafie leggendo e confrontandosi ogni giorno”, Vincenzo Sbrizzi (vincitore per due volte del premio dedicato a Giancarlo Siani) studioso del fenomeno della deindustrializzazione di Torre Annunziata che ha tratteggiato la mappa criminale, tra alleanze e guerre di mafia e camorra, della cittĂ  oplontina definita dallo stesso Siani la “Manchester del Sud”.  “Esiste la possibilitĂ  di sconfiggere le mafie? Certo che esiste… dobbiamo essere certi che esista, dobbiamo lavorare affinché esista. E lo si fa in due modi: arrestando i mafiosi e facendo prevenzione. La prevenzione è l’arma piĂą importante che abbiamo: arrivare prima che arrivino le mafie, convincere i ragazzi che esista un’altra possibilitĂ  e un’altra strada”. Queste le parole di chiusura di Paolo Siani che hanno lasciato un messaggio di speranza, di necessitĂ  di costruire una rete di rapporti, di amicizie per non restare isolati con la criminalitĂ .

 

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